giovedì 16 giugno 2016

LOVE

Guardate quanto si amano!
Se rinasco, lasciatemi essere
farfalla nei campi
(Issa 1762-1827)


Ma guardate quanto si amano nel PD!
Voto lei per affossare lui, voto lui per fare perdere l'altro! (Notizia QUI)
Possibile che D'Alema e la minoranza del partito democratico siano davvero pronti a tutto, anche a votare zia Pina? Oppure, dando retta alle smentite di D'Alema stesso di queste ore, quella di ieri è stata solo una stilettata artatamente organizzata dal diabolico Renzi? 

Scusate, ma qualcuno ha per caso chiesto a D'Alema di esporsi? Tu chi voti D'Alema, chi caspita voti? Voti il candidato del tuo partito o no?

"Continuiamo così, facciamoci del male!" direbbe Nanni Moretti. Molto meno cinephile e molto meno lieve della farfalla di Issa, ripenso solo a Tafazzi e al suo randello. 

(Cena romantica)

Nota
Questa è un'opera dell'artista Silvia Naddeo. Usa le tesserine del mosaico - ha studiato a Ravenna! - il marmo e le materie plastiche con risultati iperrealisti come per questa tavola, così sinistra e lucente. Cercate in rete i suoi lavori!

martedì 14 giugno 2016

Arcobaleno

Scegliendo un costume da bagno
da quando ho iniziato a vedere
attraverso i suoi occhi?
(Mayuzumi Madoka 1962)


Oggi vi offro uno haiku d'amore dove la devozione per l'altro rientra nella piccola quotidianità, uno haiku di una poetessa a noi contemporanea che nel suo sguardo raccoglie pezzetti di mondo urbano. Sì, nel suo lavoro le foglie di ciliegio o la luna cedono il posto a occhiali da sole e macchine sportive, ma il nucleo dell'involucro poetico di Madoka rimane quello classico: illuminare una zona minuscola, magari in ombra, spostandola in primo piano. Non è una vera sorpresa quel "da quando"?

Da dedicare all'amore, al suo arcobaleno e a tutti coloro che vedono attraverso gli occhi dell'altro e solo così trovano il costume giusto.

(Orlando)

lunedì 13 giugno 2016

La mia lotta

Le lacrime diventano
incredibilmente facili
quando sorge la luna
(Hino Sojo 1901-1956)


Vedo un filo rosso sangue tra gli avvenimenti di questi ultimi giorni.
La violenza omofoba (notizia QUI), quella sulle donne e tra tifoserie avverse, la bibbia nazista venduta come gadget al target giusto. 
Gladiatori nello stadio del mondo che combattono in nome di una battaglia machista,
milizie di umani che non conoscono altro. Lottano eternamente.
Ma fuori gli spalti, qualcuno riesce ancora a commuoversi guardando la luna, stringendo una mano, ricevendo un sorriso inaspettato.

La mia, la nostra, lotta è qui fuori.

(guardando la luna)




   


       

venerdì 10 giugno 2016

Pioggia e sogni

Nella pioggia primaverile
fa un grande sbadiglio
la bella signora
(Issa 1763-1828)

Piove. Potrei essere io la bella signora, ma invece pensavo alla Romagna!

Piove a dirotto anche sulla trasferta di Radio Tre a Forlì, ma non importa. Un pezzo di Italia funzionante e accogliente, la Romagna. Mi piace la sua architettura metafisica; la stazione grigia e il colpo di arancio di un palazzo, archi slanciati su piazze squadrate, fughe prospettiche, geometrie da sussidiario, il cono, il cilindro, il cubo. L'asfalto lucido di pioggia rende tutto ancora più sognante. 
De Chirico e Melozzo da Forlì. Anche Donghi, Piacentini e Hopper. E Fellini. 
Da qui il mare di Rimini è solo da immaginare, con le estati tutte uguali da passare a Cervia, Riccione, Pinarella, con le bici e la piadina e uscendo da alberghi allineati come su uno scaffale, vecchi soprammobili assurdi, c'è quello a forma di casetta nel bosco, quello che sembra un salvadanaio, quello uguale a una torta. Le discoteche, lo struscio, il gelato, la parlata morbida come una promessa per notti indimenticabili.
Un paesino nell'interno si chiama Premilcuore.

Siamo arrivati ieri sera e dopo cena, alcuni di noi, hanno fatto un giretto a piedi. Spiove? 

Un assolo di chitarra rompe il silenzio del giovedì notte. Nel piccolo locale di musica dal vivo, Hotel California sento che va a palla. Tre attempati musicisti magri, capelli grigi e lunghi, vecchi leoni del rimorchio, oggi un po' stile Aristogatti, la suonano come per l'ultima volta.
Qualche tavolo, i boccali mezzi vuoti di birra, una coppia di sessantenni ride tra le effusioni. Un vecchio motociclista con borchie e tatuaggi e la sua donna bionda e scollata con lo sguardo malinconico che si baciano tra le note. 
Fellini diventa Altman, Forlì diventa Nashville ed io amo i protagonisti del mio film.














giovedì 9 giugno 2016

Piuma e farfalla

Ho del riso
dei libri
e persino del tabacco
(Santoka 1882-1940)



Note sparse sulla vecchiaia.
Ho letto un libro bellissimo il cui autore è un bellissimo vecchio.
Hans Magnus Enzesberger, scrivo qui il suo nome altisonante per la prima volta e capisco ancora più chiaramente quanto sarebbe andato lontano il piccolo Magnus, nato a Varsavia nel lontano 1929. 

Lo vidi personalmente per la prima volta nel 2006, mi piace ricostruire le date precisamente, con un cappellino di cotone celeste che gli proteggeva la testa dal caldo, in una piazza assolata di un formicolante festival letterario, e poi nel 2012 dietro le quinte di un altro incontro radiofonico, questa volta a Torino. Sempre gentilissimo e affabile. Una piuma sorridente.

In "Tumulto" racconta circa venti anni di vita attraverso l'esperienza del comunismo sovietico e cubano, gli anni sessanta e settanta del novecento che, questo intellettuale poeta e traduttore tedesco, che la vita ha portato a vivere un po' ovunque, ricostruisce su vecchi appunti casualmente ritrovati oggi. Un'insolita intervista autobiografica, giocata tra psicoanalisi e divertimento, tra un lui vecchio e un lui giovane, in dialogo. Quel lontano Enzesberger, quello giovane e tumultuoso, quello di una vecchia foto in un quaderno, e l'altro, quello novantenne.
Pudiche notazioni private, un sobrio divorzio o la passione amorosa per una donna russa trattati con il medesimo distacco e un filo di ironia. Il soggiorno a L'Havana, la guerra fredda, Kruscev osservato a pranzo, i libri amati, i poeti detestati e gli intellettuali assiduamente frequentati. Conto le lingue che conosce, gli amici e le donne amate. Brevi accenni a qualche delusione, meglio lasciarle laggiù. 

Arrivo all'ultima pagina mentre nell'aria ancora galleggiano le foto di Muhammad Alì. Così aitante, così bello, ape e farfalla in quegli stessi anni giovanili vissuti dallo scrittore. Scorro altre foto pubblicate questa settimana, alcune, più rare, del suo viso di pugile vecchio. Gli zigomi scavati, la testa quasi di teschio, lo sguardo appannato dalla malattia. Le mani tremanti, ferme solo nello scatto fotografico, e che vedo finalmente serrate nel pugno come una volta.
Enzesberger e Alì. 
Sovrappongo due esistenze lontanissime. Penso alla trappola del declino fisico, a tutta la forza che ci vuole per allentarne un po' la morsa e penso che per andare avanti forse bisogna proprio essere, come dice una poesia di Enzesberger, "più leggeri dell'aria".
Come una piuma, un'ape o una farfalla.