giovedì 25 febbraio 2016

#petaloso

Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?
(Momoko Kuroda 1938)


La parola "petaloso" è diventata un caso linguistico e social
Sa di familiare e di novità, sembra uscita dritta dritta da uno studio pubblicitario anni ottanta (morbidoso, comodoso), ma è stata inventata da un loquace bambino trentanni dopo. 
Otto lettere, leggere leggere, che danzano nell'eco mediatica che hanno generato.
Vedremo se "petaloso" attecchirà, vedremo se entrerà nel lessico, se sarà assorbita nell'abitudine, e vedremo per cosa sarà usata.

Definizione proposta dal DAILYHAIKU :

"petaloso - agg. da pètalo s. m. [dal gr. πέταλον «foglia, lamina», der. del tema di πετάννυμι «aprire, spandere»; cfr. lat. tardo petălum]. –  Per un avvenimento che non lascia traccia alcuna e che, pur nella sua danza mediatica, svanisce subito appassendo come un petalo."


(Pedaloso)








  




martedì 23 febbraio 2016

Unioni & Canzoni

Un soffio di vento:
la brezza tra i pini
raffredda la lama sguainata
(Taigi 1709-1771)


Cerco uno haiku proprio di Taigi il quale, dopo aver abbandonato il Buddhismo Zen si stabilì neil quartiere gay di Shimabara. E chiedo ai cantanti pop che hanno fatto outing: ma perché nelle vostre canzoni non siete più espliciti, perché non trovo mai un riferimento alla "bella bocca di Pietro" cantato, che so, da un Tiziano di successo, mai uno struggimento pensando alla "morbida pelle di Laura", cantato da una donna? Devono essere hit di successo però, pezzi orecchiabili e del tipo sanremese. 
Non tiratemi fuori cantautori canuti, qui ci servono talent e x factor a go go!
Vi sembra una sciocchezza? Eppure, se ci si riflette, darebbe una mano agli adolescenti amletici (o peggio bullizzati) che preferiscono il bunker della loro cameretta, e insinuerebbe in modo soft nei loro genitori, nella gente, la possibilità di una normalità tutta da canticchiare.
E magari non ci si ritroverebbe al punto dove siamo. 
Un decreto a metà per portarsi a casa una legge sulle unioni civili (e menomale!), dover procrastinare la questione delle adozioni, continuare a sentirsi un paese arretrato e poco rispettoso di scelte esistenziali, personali. E sentenzioso, ignorante.

Lo so, lo so, una canzone non basta. E' un refolo, un soffio di vento, ma potrebbe aiutare, ahinoi.

(Il mio canto liberato)

lunedì 22 febbraio 2016

Umberto Eco

Foglia che cade -
l'istante che tocca il suolo
s'allenta il tempo
(Katō Shūson 1905-1993)


Farci comunità, orgogliosamente uniti intorno alle spoglie di un grande intellettuale che, alla fine, non ha fatto altro di più che vivere delle sue idee, lo dico egoisticamente, ci fa solo bene. 
Ci giova. 
Giova allo stato d'animo di chi crede nella forza dell'intelligenza, nella sprezzatura dell'ironia, di chi crede che il mondo è vario, tutto da decodificare, da capire nelle sue minuzie, nei suoi dettagli da decrittare, nei suoi moti incolsulti da osservare, catalogare, comparare.
E la consapevolezza che la cultura sia il solo nutrimento per andare avanti e il non omologarsi un motivo per cui combattere fino a tarda età, aiuta e aiuta tanto anche noi.

La foglia cade, è inevitabile, ma il tempo può anche passare diversamente e la scomparsa di Umberto Eco sembra dirci anche questo.

(L'eco)

venerdì 19 febbraio 2016

Urbi et orbi

Ah! Luna d'inverno -
da questo tempio senza porta
quanto è alto il cielo
(Yosa Buson 1716-1784)



Per Papa Francesco, Donald Trump, il tizio capace di costruire muri di chilometri per impedire il passaggio ai migranti e di difenderli con fucili a pompa acquistabili sotto casa, non è un "buon cristiano". 
Ieri, il gesuita amico dei poveri, in grado di citare Aristotele a memoria per dirne solo uno, è stato capace di spettinare l'aureo ciuffettone con la forza di una sola frase. E noi abbiamo un po' plaudito.


Intorno continua a girare il mondo seguendo un'orbita tutta sua: l'America del dopo Obama che guarda sempre più seriamente a Trump come candidato possibile, le fogne romane nuovo crocevia della pedofilia internazionale, la Gran Bretagna che parla di "Brexit" dall'Europa con un neologismo che sa un po' di pop music anni ottanta e molto di "chissenefotte".

A chi preferisce un tempio senza porta, a chi non si sente un "buon cristiano" ma rispetta i templi altrui, a chi guarda il cielo e lo vede sì alto ma non esattamente come la scenografia di un giudizio universale e si sbatte cercando una strada sotto lo stesso cielo del suo vicino, dedico questo un haiku e lo ricordo nelle mie non preghiere.

(Tempio)

giovedì 18 febbraio 2016

Tangenti

Fiori di castagno.
Anche i malati
si agitano
(Ishida Hakyo 1913-1969)


Non conosco le ragioni di questo haiku. Forse la dimestichezza con la corsia di un ospedale di un poeta malato che riconosce, nella tensione di quel luogo, come sua la preoccupazione che percepisce?

Conosco purtroppo quello che succede nel nostro Paese per quanto riguarda la Sanità e la notizia di oggi legata al solitissimo, banale, avvilente, disturbante, molesto, dannoso giro di tangenti che coinvolge tale Fabio Rizzi della Lega Nord è, di fatto, solo patetica. (QUI)
Immaginiamola insieme. La casa di un consigliere regionale a soqquadro con il frigo aperto, da cui fuoriescono soldi, senza essere a Paperopoli.
E come si chiamava quell'altro tipo losco, quello col puff carico di bigliettoni, anch'egli operante nel settore sanitario italiano negli anni tangentari? Poggiolini? (QUI) 

Non conosco il maestro di Ishida, non so a quale monaco zen si richiami il suo stile, ma oggi conosco il mentore di questo Fabio Rizzi, più "gran maestro" che "maestro" se leggi la sua vita e soprattutto le sue opere negli anni ottanta-novanta. 

E stessa finezza, stessi fiori di castagno...


(cassette di sicurezza)