martedì 29 dicembre 2015

Tempo

Giorno lungo.
Le mani che si erano incontrate
restano unite
(Hino Sojo 1901-1956)



E' possibile regalare "il tempo"? Sì. In provincia di Napoli, a San Giorgio a Cremano, è stato fatto.
Alcuni vigili della polizia municipale locale hanno regalato due giorni di ferie a testa al collega padre di due figli disabili piccoli (leggi notizia QUI). Ben ottantadue giorni, ceduti a titolo gratuito, e donati.
Penso a questo gesto piccolo, poco clamoroso e caldo come una stretta di mano. Un gesto solidale che rende i giorni di questo padre, e anche i nostri, più sopportabili.


(tempo passato)

lunedì 28 dicembre 2015

Clima estivo

Il canto delle cicale
non dà segno 
del loro vicino morire
(Bashō 1644-1694)




Un haiku di Bashō un po' troppo fuori stagione? Oppure un po' troppo apocalittico con il suo kigo estivo (cicale) che francamente letto a dicembre suona sinistro, cimiteriale? Fate voi.
Dalla Finlandia a New York si gira in maglietta. 


(Primavera romana-nordafricana di questa mattina)  





venerdì 25 dicembre 2015

Buon Natale 2015

Pianto d'un bimbo
aggrappato a un albero
con un solo germoglio
(Kato Shuson 1905-1993)



Commozione e raccoglimento per tutte le sacre famiglie in fuga nel mondo.


(Re Mogio)

giovedì 24 dicembre 2015

Traslochi e libri (3)

Haiku scaduti
io scarto - mentre l'anno
cambia sereno
(Momoko Kuroda 1938)



Scelgo la quiete di questo haiku, l'idea di "metodo" in esso contenuta per concludere, con questa terza, le riflessioni sul mio trasloco.

Gli scatoloni si stanno svuotando e la mia nuova casa prende forma. Ancora sbilenca, ma è una forma. Un trasloco sereno, questo. Metto ordine, trovo il posto, mi assesto, scopro nuovi perimetri, misuro il mio spazio nuovo, sogno quello che sognava Alvar Aalto. 
Giorni belli. Giro con una bilancia immaginaria, ci peso le cose, questa la lascio, questa la scarto, questa pesa troppo, questa troppo poco. Sulla mia bilancia passa di tutto, dal divano ziapinesco, al paralume pagato uno sproposito, alla maniglia recuperata. 
Sono un ercole fattivo e felice che sposta casse su e giù.
Le più pesanti - quelle indueèmeglio - sono quelle piene di libri, due terzi delle scatole totali.
Nella casa di chi vive e lavora con i libri non poteva non essere così ma sono contenta che la mia vita abbia anche questa caratteristica. Leggo molto (ovvio!) e spesso conosco personalmente gli autori (ovvio anche questo!). La libreria della nuova casa deve avere un metodo, devo poter trovare quello che cerco senza impazzire. 
Così ho trasportato la bilancia immaginaria vicino agli scatoloni mezzi aperti pieni di libri. 

Dalla "A" alla "L" tutto a posto, bello sistemato e spolverato: gli Auster, i Bellow, i Byatt. I Covacich vicini ai Coetzee. Poi i De Lillo sistemati su apposito scaffale "imperiale" (di scaffali imperiali ne ho una decina) e un po' di Fante, un po' di Faulkner. Spunta un amico scrittore, simpatico ma negato, che comunque sistemo al suo posto, tiro fuori un Roth per sbaglio, un mito assoluto che non conoscerò mai personalmente, ma per la "R" è troppo presto e deve aspettare lo scaffale imperiale tutto per lui. Ovazioni quando escono i libri di Kafka, tripudio per i Manganelli che metto orizzontali uno su l'altro, a vista, più tardi ci penso. 
Spunta uno scrittore bravo che conosco bene ma che se la tira troppo. Va bene, ecco il suo posto. Tiro fuori uno negato per me ma che piace moltissimo a tutti, ed è pure pieno di sè. Canestro! Torna nello scatolone da dove sei venuto! 
E poi quello del piacione che scriveva il suo telefonino sotto la dedica, quello del finto simpatico, quello di quello cambiato con il successo. Impilo da un parte l'autrice persa di vista e quelli del vecchio caro amico scomparso. 
Ecco i libri di poesia: la voce della Gualtieri, gli occhiali di Magrelli, lo sguardo di Milo De Angelis.

Rileggo dediche, torno indietro di anni, vecchi incontri, vecchie trasmissioni, vecchi progetti. Questo lo tengo, questo lo scarto, questo lo scarto e questo lo tengo. Questo lo cerco da anni. E questo già lo avevo. Questo l'ho ricevuto in dono a tredici anni, vedi, c'è scritta la data! Ho una libreria che mi racconta.              
Piovono segnalibri, foglie secche, bigliettini, biglietti di tram, ricette di torte, cartoline. Scrosto briciole piatte, capelli da esaminare con il DNA, gratto via macchie di muffe vecchie. 

Gli "haiku" li metto qui, a portata di mano, mentre l'anno cambia sereno.


(scatole a sorpresa)

martedì 22 dicembre 2015

Traslochi (2)

Vetta di nuvole.
Nelle otto direzioni
non c'è più terra
(Kato Shuson 1905-1993)



Cosa unisce la lavatrice nuova al giornalista e scrittore americano William Langewieshe? 
Il mio trasloco!
Allora, prima di sciogliere l'arcano, la solita raccomandazione: rileggere l'haiku. Fatto?

Nelle otto direzioni non c'è più terra!

Cambiando casa decido per l'acquisto di una lavatrice nuova visto che il mio cassone aveva fatto il suo tempo. 
Mi fiondo in uno di quei centri commerciali rosso inferno capaci di vendere dalla pila stilo al mega frigo. Facendomi largo tra la folla allupata da babbucce scaldapiedi, telefonini e nespressi natalizi, riesco ad acciuffare un commesso rosso-vestito dall'aria dopata. 
Con qualche difficoltà che vi tralascio, scelgo la lavatrice, compilo il modulo per la consegna, firmo e pago. Nell'attesa che tutto vada a buon fine, indirizzo, codice fiscale, transazione eccetera, il mio sguardo dalla cassa si muove verso uno scaffale colmo di... DRONI!
Sì. Per 129 euro ci si può portare a casa un drone! 
E se possiamo spendere di più perché non optare per quello con camera "Full HD - Video 4K a 360 gradi - Parametri di volo in tempo reale - Fibra di carbonio" e, soprattutto, l'irrinunciabile, "Ritorno ad home-point"?  


E' tardi, sono stanca e l'acquisto della lavatrice l'ho incastrato dopo un pomeriggio di lavoro. Domani devo continuare a mettere a posto la libreria, tutti quei libri...
Decido anche io di tornare ad home point. 

La mattina successiva mi sveglio presto per affrontare il mio sabato di lavori casalinghi. Scatoloni, scatoloni e scatoloni. Il bello di svuotare quelli dei libri sarà materia di un prossimo post (l'ultimo sull'argomento trasloco, promesso!), qui metto a fuoco solo un libro amato rispuntatomi tra le mani in mezzo al caos di pile da ordinare sugli scaffali, quello di William Langewieshe, grande giornalista d'inchiesta americano (indimenticabili le sue inchieste sulle Torri Gemelle o sui pirati contemporanei di zone marine non mappate geograficamente) in cui una decina di anni fa raccontava l'uso dei droni nelle guerre a distanza.
Questo tipo di regali di Natale forse non li aveva previsti neanche Langewieshe nonostante tutto il suo acume, tutta la sua oggettiva capacità letteraria. E nonostante il suo coraggio. 
E nonostante la sua aria da giornalista alla Robert Redford nel ruolo, appunto, del giornalista americano senza paura. Rendere accessibile, ludico, uno strumento come il drone, infiocchettarlo per un regalo, non poteva arrivarci neanche lui... 

Mi affaccio dalla mia nuova finestra e mi rimiro il mio nuovo panorama. Che bel sole nuovo e che bel praticello nuovo che vedo. 
Citofono! E' arrivata la lavatrice!!!


(visione aerea)