martedì 1 settembre 2015

Coppie di fatto

Visi malinconici
si cercano.
Vento d'autunno.
(Shiki 1867-1902)





Qui "di fatto" ci sono solo i visi malinconici di coppie che da anni aspettano una legislazione in materia di unioni. Che si guardano negli occhi. Che non vogliono per forza ricorrere al matrimonio poiché obbligati da una malattia senza scampo, ad esempio.
I politici che ci credevano, e ci sono e ci sono stati, finora qualche proposta l'hanno pure tentata. Magari edulcorando con acronimi e neologismi prudentemente fuorvianti come DICO e PACS, magari venendo a patti con colleghi beghini e razzisti che però garantiscono i voti dei reazionari. 

Ma qui il tempo passa, gli autunni si succedono, le teste imbiancano e speriamo bene che domani si combini qualcosa per le unioni civili.


(chiaro?)






Vi ricordate queste storie d'amore? Cliccate QUI e QUI!


lunedì 31 agosto 2015

Buchi neri

La sfera di fuoco del sole
è caduta, lasciandosi dietro
risaie gelate
(Saito Sanki 1900-1962)



Un po' da day after questo haiku, non è vero? 

Sono sfinita. Volevo guardare i Campionati Mondiali di Atletica in tv ma ho passato il weekend studiando fisica, cosmologia e astrofisica ovvero solo alcune delle discipline di Stephen Hawking, lo scienziato che tre giorni fa ha dichiarato: "Se finite in un buco nero, non datevi per vinti. Un'uscita c'è" (leggi QUI)
E giù a ripassare. Dunque, un buco nero...cos'era di preciso preciso? E Einstein cosa diceva, forse che una volta finiti tutti dentro questa stella collassata non rimaneva molto da fare? Buco nero...buchi neri... Allora, noi siamo qui, la via Lattea era, no, è laggiù...

Ma ecco la notizia: questa nuova teoria di Hawking, questa improvvisa visione "rosea" dei buchi neri che ha sorpreso il mondo accademico e che escludo di comprendere dal punto di vista scientifico, questa nuova teoria, dicevo, proverò ad applicarla io stessa da oggi in poi, ogni qual volta leggerò delle chiamiamole dichiarazioni sui migranti da parte dei leghisti televisivi, dei nazistoidi caserecci o dei razzisti condominiali. 
Se non ci arrivano da soli, se quelle immagini di barconi non li smuovono, se non si connettono empaticamente e umanamente con ognuna di quelle esistenze, se ancora pensano che "ce rubbeno il lavoro", chiuderò gli occhi (e le orecchie) e applicherò la nuova teoria di Hawking, ovvero: se è possibile uscire da un buco nero, vuoi che non ci sia una via di uscita per non sentire più blaterare cose di questo tipo?

Ma siccome nel weekend ho studiato moltissimo, ma tanto proprio, ho capito che Hawking si è sbagliato.
Il bel buco nero, di quelli vecchio stile e senza via uscita, se li potrebbe pure inghiottire insieme alle loro meschine dichiarazioni.
Sarà la storia a dimostrare la mia teoria anche se proprio oggi la Gran Bretagna anche di Mo Farah, il pluricampione inglese di origine eritrea, vuole chiudere le frontiere a chi cerca lavoro (Notizia QUI).


(Mo Farah. Arrivato. Con la gioia di tutto il resto del mondo)









venerdì 28 agosto 2015

Orienti da scoprire

Ho del riso 
dei libri
e persino del tabacco
(Santoka 1882-1940)
  



In questo agosto agli sgoccioli vi propongo l'haiku santokiano che di solito dedico ai libri di cui mi interessa parlarvi.
  
E vi propongo anche un meraviglioso viaggio da fermi, quello di "Cina e altri Orienti", scritto da Giorgio Manganelli e ora uscito per Adelphi con la cura di Salvatore Silvano Nigro.
Mai avrei pensato di innamorarmi di questo libro infilato all'ultimo momento in borsa, scritto da un intellettuale che ha vissuto come "a lato" del suo tempo, in un modo originalmente sghembo e che, finora, avevo trascurato. Ovvio. Sapevo. Sapevo che da molti è consideratissimo e che ha scritto tanto. Ma è andata così. Preciso, va così. Ci devi sbattere, contro un autore, ci devi sbattere da solo e in "quel" momento. Per me va così. 
Forse il cono di luce era tutto su Parise o Calvino, forse era il meno avanguardista del gruppo '63, il meno beffardo tra gli snob. Non so. O semplicemente piace troppo a chi non sopporto. 
Insomma, fino a questo libro, Manganelli non l'avevo ancora mai letto. 
Una volta lo vidi in tv, credo negli anni ottanta, alle prese con un pesce cinese dall'apparenza disgustosa ma di cui tesseva lodi sperticate. Era, fino a questo libro, solo un coriandolo, un pixel nel mio personale blob mentale, un panciuto e occhialuto signore di mezza età che parlava, dottamente divertito, e molto prima di tutti gli altri, di cibo cinese. 

"Cina e altri Orienti", che offre al lettore un diario di viaggio d'autore in posti esotici, Giorgio Manganelli l'aveva scritto pochi anni prima di quel pezzo televisivo che mi colpì. 
Quella mirabile spiegazione sui templi cinesi dove Manganelli chiede al lettore, per comprenderli bene, di immaginare di stare dentro una chiesa dove è possibile trovare la statua di Primo Carnera lì a sinistra, Cadorna a destra, Pico della Mirandola che vigila su Romolo e Remo, un Buddha sorridente vicino a Mandrake e poi lo zar Nicola, e il famoso protettore delle scimmie, Ugo Foscolo. 
E la Malesia, da lui amatissima e definita con la nitidezza dell'inchiostro di china, che leggiamo attraverso alcuni dei suoi suoi culti, dentro i suoi palazzi, fino nei suoi infimi commerci. Pagine innamorate del suo lento e seduttivo vivere. 
Le notazioni sulla pervasività dell'Islam, sull'epopea della famiglia Bhutto, i rumori della giungla tropicale come "vibrafono di chele", "minutaglia di suoni", "un bassocontinuo di microscopiche zampe". Il sesso, le case, gli alberghi, la lotta con l'aria condizionata.


(in viaggio)

Non ho molto altro da aggiungere, né è mia intenzione farlo, so bene quanto siano devoti ed esaustivi molti critici letterari nei suoi confronti. Prendetelo come un "post- it" per un prossimo viaggio da fermi.
Mi piace di più ricordare qui, e con voi, la sensazione di benessere provata nel leggere i suoi Orienti a distanza di quasi quaranta anni da questi nostri Orienti contemporanei, di una Cina che aveva da pochissimo tempo riposto le tute blu e appeso le bici al chiodo e che ora, insieme all'India, è ago della bilancia di tutta una nuova economia.
Le volute di un'intelligenza così acuta e lungimirante quella di Manganelli, un'ironia malinconica che sopravvive a dispetto della biografia.

E durante quest'estate, ora agli sgoccioli, l'ho spesso letto ad alta voce, condividendo con chi mi era accanto, l'unicità di questo suo sguardo che ho incrociato, a sorpresa, solo ora.
Dopo più di vent'anni da quella vecchia puntata di Mixer.

giovedì 27 agosto 2015

Giorni d'estate

Se mi lavo le piante dei piedi
diventano
bianche
(Ozaki Hosai 1885-1926)




Dopo giorni di ozio a piedi scalzi, rimettersi la scarpe, è dura. Io. Che amo stare scalza, che non temo pavimenti sporchi né microbi assassini o verruche piscinesche. E che cammino a piedi nudi - a casa! - anche d'inverno, e forse proprio da quando tanti anni fa incrociai per strada un vecchio bellissimo signore, un tipo alla Vittorio Gassman, che camminava, zuppo, nella pioggia.
"Posso darle un passaggio con il mio ombrello?" gli chiesi, alzandolo alla sua altezza che ricordo notevole. "Non si disturbi! Non ho mai usato ombrelli, cammino scalzo anche d'inverno e non ho mai preso un raffreddore. E ho ottantacinque anni!". E dicendomi queste parole il vecchio signore mi superò con una bella e sicura falcata.    

Questo per dirvi che io sono pronta, se mi seguite! Scrolliamoci la sabbia dai sandali e affrontiamo i prossimi giorni. Affrontiamo anche l'inverno, che sembra ancora così lontano, e con lui progetti, impegni, scadenze.
Piano, però. Con calma. C'è ancora un scampolino d'agosto, ora che ci penso.

Bentrovati!


(calendario da tavolo)


giovedì 13 agosto 2015

Viaggio con Shiki (2)

E oggi vi propongo un altro viaggio zen, quello del colto e sensibile Shiki. Un viaggio diverso.
Malinconico e solitario Shiki. Dalla vita breve e sfortunata, minata dalla malattia eppure sempre adorata, il cammino di Shiki si può misurare in pochi tatami ma il viaggio da fermo che ci propone è tra i più struggenti e suggestivi che abbia mai conosciuto. 
Un orizzonte forzatamente limitato, poche persone intorno, un ramo di glicine nell’ampolla dei medicinali, una finestra, un paravento, qualche insetto molesto, i quaderni  con gli haiku da pubblicare sulla sua rivista letteraria, un cesto pieno di caki, di cui era golosissimo, sempre a portata di mano. 
Piccole povere cose quotidiane su cui Shiki si sofferma e a cui restituisce un valore nuovo. Non solo universale ma anche, e fortemente, drammatico, già novecentesco. I suoi haiku non parlano di una foglia, ma di “quella” foglia, non vogliono descriverci un giardino  ma “quel” giardino. 

Giorno di primavera

si perde lo sguardo 
in un giardino
 largo tre piedi

Questo piccolo viaggio nei viaggi zen finisce qui. Non abbiamo cercato viaggi "tutto compreso", isole coralline o evasione dalla nostra realtà. Qui nel Dailyhaiku è la realtà ad accompagnarci, non vogliamo fuggirla, anche in questi giorni di ozio estivo.
Ma non desidero appesantire l'aria vacanziera e ferragostana!
Chiudo allora con un haiku di Issa che è solo un bel sorriso sulla vita e sulla dolcezza delle piccole cose quotidiane che per lui erano proprio così: dolci come una serata estiva. 
Buone vacanze!

Dolce serata estiva-
spesa dormendo 
tra cumuli di bagagli


(Torno subito!)