Volano i fiori
in cielo - ho cinquant'anni
son forse triste?
(Momoko Kuroda 1938)
Kuroda, poetessa della quotidianità e dei sentimenti, con i suoi haiku "ferma" il tempo. Haijin dei ciliegi, come è stata soprannominata questa poetessa di haiku (leggi QUI), ha difatti seguito quel cammino che secoli prima fu di Bashō sulle tracce degli alberi di ciliegio. I fiori sakura, osservati in stagioni diverse, offrono a Kuroda l'ispirazione per analizzare la caducità del tempo, il suo scorrere e il nostro cambiare. Attraverso haiku che fotografano e cristallizzano istanti, i petali dei fiori di ciliegio di Kuroda ci parlano degli anni che passano e che non tornano più.
Coetanea di Kuroda è Annie Ernaux, scrittrice francese che un anno fa ho scoperto con "Il posto", è l'autrice di questo "Gli anni" edito sempre da L'Orma.
Se la sua scrittura, in quanto a sobrietà e nitidezza, aveva un elemento zen che ritrovavo in quella sottrazione stilistica che mi hanno immediatamente folgorata, ne "Gli anni", questo suo sguardo semplicemente fisso sulle cose, questo suo inesorabile cercare "un posto" nel mondo, diventano qualcosa di nuovo.
"Gli anni" di Annie Ernaux è un libro-istallazione. È un poetico, lancinante tentativo di mettere ordine nel caos per poter ricordare, per sottrarre alle tenaglie dell'oblio le cose vissute e passate. Le cose finite e morte.
Con meticolosità ed efferatezza rare anche Ernaux, come la sua collega dei ciliegi, tenta di raccogliere istanti per offrirli al lettore uno per uno, come fossero fogli sparsi di un calendario che ora appositamente ricostruisce.
L'espediente narrativo è l'alternanza della descrizione di una vecchia foto, che sembra che le capiti quasi per caso tra le mani, come estratta da un mucchio disordinato, all'elencazione degli episodi storici e micro storici che "vivevano" intorno a quella stessa foto.
Un elenco freddo, lungo, preciso. Fatti, date, persone e avvenimenti sono lo sfondo di Annie Ernaux bambina, adolescente, vecchia. Una donna che guarda l'obiettivo e che si guarda. E si guarda mentre si mette in posa per chi la guarderà.
E che riesce anche ad allargare il campo ampliando la visuale per noi.
Vedete lettori? C'è il suo piccolo mondo, con le sue aspirazioni e con le sue frustrazioni, poi la società, poi c'è la Storia. Un infinito gioco di specchi.
Come solo gli artisti riescono a fare Ernaux, nella sua istallazione-romanzo offre una visione e un sentire universali. Quello che descrive mi appartiene anche se non le sono vicina per esperienze o per generazione, tutta quella vita che respira e palpita intorno a quelle foto, è anche mia.
Volano fiori come volano gli anni, io li osservo. Ed è struggente e meraviglioso insieme.
Una poesia, una notizia e una foto per guardare alla realtà scandendola in tre momenti, come succede nel poco spazio dei tre versi di un haiku giapponese. La poesia è nelle cose di tutti i giorni. "Cuscino di pietra/accompagno/nuvole" (Santōka 1882-1940)
lunedì 27 luglio 2015
venerdì 24 luglio 2015
Omaggio
Vette di nuvole.
Appaiono in sogno
senza confini
(Kato Shuson 1905-1993)
Una serata come tante, una tavolata di vecchi amici, un locale del centro di Roma. E come sempre il passaggio dei venditori di tutto (accendini, pupazzetti, reggi telefonino, cover colorate, rose acciaccate).
A capotavola, una mia amica che vive in Sicilia da tanti anni, a Roma per qualche giorno, sulla tovaglia antipasti a volontà, fritti e controfritti, nell'aria le nostre chiacchiere.
"Oddio, eccone un altro!" Solita frase, solita mercanzia, soliti sorrisi di compatimento che vogliono significare "ti prego, non sono razzista, ti accolgo, ma ti prego, l'ennesima cianfrusaglia no". Penso alle rose buttate nella spazzatura la mattina stessa, così cimiteriali nel loro appassire istantaneo, acquistate la sera precedente all'uscita di un film, mentre dall'altra parte: "Fratello, ciao! Compra? Ciao miss mondo, bello questo, dai!"
Fa caldo, sono stanca, o forse a causa di un piatto pieno di mozzarelle che girava, non so, qualcosa nel frattempo mi sfugge quando la mia amica racconta che è appena arrivata dalla Sicilia. Il ragazzo africano si illumina e dice, mentre si aggiusta il cappello e risponde a una telefonata, che in Sicilia tutti buoni, che quando arrivato gente gentile. Viva Sicilia!
E lo dichiara serio, ricoprendo la mia amica di braccialetti colorati "No soldi. Omaggio Sicilia."
"Lasciali stare" dico automaticamente "che ti tocca comprare tutto. Vedrai come tra poco non ritorna e ti chiede i soldi".
La serata finisce e con lei le nostre chiacchiere. La mia amica ha indossato i braccialetti di perline verdi, giallo e rosse come la bandiera del Senegal.
Il ragazzo non è tornato.
"Omaggio Sicilia" mi ha fatto male.
(senza confini) |
giovedì 23 luglio 2015
Meditazione
Onde increspate
e ritmo
del profumo del vento
(Bashō 1644-1694)
Se mi concentro, tanto ma tantissimo, ce la faccio a risentire la brezza e il profumo di mare di vacanze spensierate. Bisogna però che mi concentri bene.
Ci riesco! Quel bel freschetto, quello sciabordio ritmico... Lo percepisco anche dove sono ora, tra l'asfalto rovente e il casco bollente. Li sento...
Colpo di calore?
e ritmo
del profumo del vento
(Bashō 1644-1694)
Se mi concentro, tanto ma tantissimo, ce la faccio a risentire la brezza e il profumo di mare di vacanze spensierate. Bisogna però che mi concentri bene.
Ci riesco! Quel bel freschetto, quello sciabordio ritmico... Lo percepisco anche dove sono ora, tra l'asfalto rovente e il casco bollente. Li sento...
Colpo di calore?
(Mare casalingo) |
mercoledì 22 luglio 2015
Diritti
Oh grillo canta!
Ecco piatti e scodelle
pronti per due
(Momoko Kuroda 1938)
Ieri la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per non prevedere alcuna forma di riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso.
Ma non ci siamo stufati di essere campioni di arretratezza? Ma dove troviamo ancora le energie per contrastare un diritto fondamentale tra le persone? Ancora a dibattere - e sono anni - se unioni civili sì o no, ancora a discettare sulle differenze tra quelle dello stesso sesso o omosessuali...
Quanto sarebbe bello, una di queste sere estive, poter apparecchiare per due, o anche per tre o per venti. Immagino una tavolata in campagna, qualche candela, tante sedie per tante persone. Un po' di freschetto, una musica piacevole in sottofondo, risate e aneddoti, qualcosa di buono da mangiare.
E poter brindare al canto dei grilli, oggi e non quando saremmo tutti ancora più vecchi e rancorosi, brindare alle cose concrete qui rappresentate da quei piatti e scodelle.
Poter fare una bella festa intima e affettuosa che celebri ognuno di noi, libero nelle sue scelte sessuali e pienamente tutelato nei diritti civili.
Ecco cosa vedo nell'haiku di oggi.
Ecco piatti e scodelle
pronti per due
(Momoko Kuroda 1938)
Ieri la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per non prevedere alcuna forma di riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso.
Ma non ci siamo stufati di essere campioni di arretratezza? Ma dove troviamo ancora le energie per contrastare un diritto fondamentale tra le persone? Ancora a dibattere - e sono anni - se unioni civili sì o no, ancora a discettare sulle differenze tra quelle dello stesso sesso o omosessuali...
Quanto sarebbe bello, una di queste sere estive, poter apparecchiare per due, o anche per tre o per venti. Immagino una tavolata in campagna, qualche candela, tante sedie per tante persone. Un po' di freschetto, una musica piacevole in sottofondo, risate e aneddoti, qualcosa di buono da mangiare.
E poter brindare al canto dei grilli, oggi e non quando saremmo tutti ancora più vecchi e rancorosi, brindare alle cose concrete qui rappresentate da quei piatti e scodelle.
Poter fare una bella festa intima e affettuosa che celebri ognuno di noi, libero nelle sue scelte sessuali e pienamente tutelato nei diritti civili.
Ecco cosa vedo nell'haiku di oggi.
(Io porto il dolce!) |
martedì 21 luglio 2015
Classici
Mangiando noccioline
leggo
"Delitto e castigo"
(Takahama Kyoshi 1874-1959)
Fate anche voi i buoni propositi sulle letture estive? Decidete anche voi, e per tempo, quale classico portare in valigia?
Il poeta e narratore Kyoshi era una allievo di Masaoka Shiki e anch'egli fu direttore di "Hototogisu" la rivista letteraria fondata dal suo nobile e sensibile maestro qualche decennio prima di lui (qui).
Molto più modestamente nei mesi invernali sulla mia scrivania si impilano i libri da leggere in estate, mentalmente archiviati da me con un'etichetta per ognuno diversa: lo schivato, il consigliato, l'abbandonato, il saltato, l'imperdibile.
Ci fu un'estate per l'Odissea, una per Melville, una per il Don Chisciotte. Per ognuna ricordo la compagnia, la sdraio dove leggevo, l'hit del momento, lo scoglio o il sentiero. Forse anche il gusto del gelato o il rumore delle onde.
Ci fu anche un'estate giapponese in compagnia di Natsume Soseki, che sulla rivista che vi citavo pubblicò le sue opere, e che fu compagno di un'estate in verità un po' cupa di una quindicina di anni fa.
Inutile dire che ora non ricordo più così bene i motivi di quella cupezza. E' invece molto nitida la felicità di quelle ore passate in sua compagnia.
Nota
A proposito di viaggi e partenze, se non volete perdere nemmeno un Dailyhaiku iscrivetevi alla mailing list in alto a destra.
leggo
"Delitto e castigo"
(Takahama Kyoshi 1874-1959)
Fate anche voi i buoni propositi sulle letture estive? Decidete anche voi, e per tempo, quale classico portare in valigia?
Il poeta e narratore Kyoshi era una allievo di Masaoka Shiki e anch'egli fu direttore di "Hototogisu" la rivista letteraria fondata dal suo nobile e sensibile maestro qualche decennio prima di lui (qui).
Molto più modestamente nei mesi invernali sulla mia scrivania si impilano i libri da leggere in estate, mentalmente archiviati da me con un'etichetta per ognuno diversa: lo schivato, il consigliato, l'abbandonato, il saltato, l'imperdibile.
Ci fu un'estate per l'Odissea, una per Melville, una per il Don Chisciotte. Per ognuna ricordo la compagnia, la sdraio dove leggevo, l'hit del momento, lo scoglio o il sentiero. Forse anche il gusto del gelato o il rumore delle onde.
Ci fu anche un'estate giapponese in compagnia di Natsume Soseki, che sulla rivista che vi citavo pubblicò le sue opere, e che fu compagno di un'estate in verità un po' cupa di una quindicina di anni fa.
Inutile dire che ora non ricordo più così bene i motivi di quella cupezza. E' invece molto nitida la felicità di quelle ore passate in sua compagnia.
Nota
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(Ischia giapponese) |
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