martedì 16 giugno 2015

Muri

Al crepuscolo
su un muro per te scrivo
sono stato qui
(Issa 1763-1828)



Come se la scritta sul muro l'avesse fatta un migrante. 

E allora immagino le tappe di un lungo viaggio verso la liberazione, una dopo l'altra, passo dopo passo. Tutta la fatica. Luoghi sconosciuti, fino a quel momento neanche immaginati. Una tacca, un segno sul muro per ogni luogo. 
Sono stato qui, Ayo. Sono stato qui, Diji. Sono stato qui, Aamir. Sono stato qui, Muhammad. 

Si alzano dai cartoni dove hanno passato le prime ore europee e si mettono in fila nelle stazioni, alle frontiere, per essere timbrati, numerati, disinfettati. Sofferenza, fame. Clima ostile come le facce intorno, in questo nuovo campo di lavoro di un'Europa torva ed egoista.
E' "questionemigranti" versus "Europaunita".
Unita dalla sola moneta con nessuna regola condivisa, nessun ideale sovrannazionale, gli interessi solo quelli quotabili in borsa. 
Gran cerimoniere di questo fallimento europeo? Françoise Hollande, ineffabile, fresco di acqua di colonia, con il suo socialismo frou frou. Al suo seguito tutti gli altri capi delle cosiddette società "civili" a cui abbiamo sempre mestamente guardato dal basso in alto per i loro autobus, per i loro servizi, per la pulizia nelle strade eccetera eccetera eccetera.
Intanto al crepuscolo, su un muro, qualcuno scrive sono stato qui e non sa ancora cosa sarà di lui.
A trentanni esatti da quel trattato di Schengen, l'Italia raffazzona si comporta al meglio degli altri. Per ora.


(Savoir-faire)



lunedì 15 giugno 2015

Buongiorno

Ad una ad una
si affacciano nel freddo
le stelle
(Tan Taigi 1709-1771)



Buongiorno! E ben svegliato anche a Philae! Vi ricordate di lui? Il robottino della missione Rosetta che, aggrappato a una cometa ma un po' in bilico sulle zampe - una su quattro sta a penzoloni - aveva smesso di inviare le informazioni alla Terra preferendo "addormentarsi"? (leggi post QUI)
Gli scienziati erano comunque paternamente ottimisti. "Il piccolo Philae si sveglierà e tornerà vispo come prima!" si ripetevano, mentre imbarazzanti e costosissimi "ronf" risuonavano dai monitor durante i ripetuti collegamenti stellari.
In effetti avevano ragione: Philae si è svegliato!
Che Philly si fosse stufato di condividere la scena con la Cristoforetti? E che abbia riaperto un occhio, circospetto, solo terminata la missione di AstroSamantha? Possibile. 
Sempre vigile ma solo un po' rosicone, Philae non ha perso tempo e anche lui ci ha inviato un bel tweet. (Leggi notizia e tweet).
A me sta simpaticissimo.

(Sfera celeste)

venerdì 12 giugno 2015

DANTE 7.5.0.

Ecco la pagina del diario di viaggio della prossima puntata, quella di domani, alle ore 18 sempre su Radio3.

Cosa c'entra il Giappone con Dante? Nulla. Eppure eppure... sarinagara, come direbbe Issa? 
Ci sono riuscita!!!
Nel mio viaggio dentro i purgatori di domani incontrerò Massimo Raveri, docente di Religioni e Filosofie dell'Asia Orientale all'Università Ca' Foscari di Venezia, in sintesi il maggiore orientalista italiano.
Raveri ha condotto per anni le sue ricerche e i suoi cammini nel Giappone più impervio, quello molto lontano dai pixel e dalla folla che attraversa l'incrocio del quartiere Shibuya a Tokyo. Ha scelto il Giappone dell'epoca di Bashō e di Santoka attirato dallo studio del misticismo estremo di alcuni monaci buddisti che, nel loro corpo sacrificato, hanno toccato l'immortalità. 

Tra le tante cose che ho imparato sul lavoro di Raveri è che l'esperienza ascetica non è da considerarsi fine a se stessa o come sottrazione dalla realtà. Lo studioso evidenza una natura politica nel gesto estremo - vivere in un eremo, darsi fuoco come un bonzo o seppellirsi vivi - sulla quale, francamente, non avevo mai riflettuto.
Scegliendo la via dell'ascesi, un mistico qualsiasi del Giappone rurale e poverissimo della fine del 1600, sceglie di rompere con lo schema imposto dal governo e compie un gesto per la comunità intera. Incarna il dissenso per tutti e diventa, dice Raveri, "corpo sociale"rappresentando fisicamente il malessere di una collettività schiacciata e la sua possibile ribellione. Diventando lui stesso dolore, e dolore tangibile, il mistico sveglia le coscienze e crea così un problema a chi detiene il potere.

Come non seguire il viaggio di Raveri? E quale viaggio è più ascetico di quello dantesco? In che modo Dante segue Virgilio verso l'illuminazione? 
Vedete come i nessi iniziano ad essere più evidenti e come le orme di Dante possono essere seguite anche da un orientalista come Raveri. E noi dietro.


(passando per i purgatori...)



giovedì 11 giugno 2015

Sera

Sera:
tra i fiori si spengono
rintocchi di campana
(Bashō 1644-1694)



Ieri è stata per il mondo letterario la sera della cinquina del premio Strega. Il micro universo dei libri si è stipato a casa Bellonci che formicolava dell'annuale trepidazione di scrittori, editori, giornalisti e uffici stampa. È questo il piccolo universo che un po' conosco e che ogni tanto frequento, persone che incontro ai festival, ai saloni dei libri, nelle trasmissioni di Radio3... (QUI i nomi).

Una decina di anni fa, a Torino, in una lontana serata organizzata da Feltrinelli in occasione del Salone del Libro, ebbi l'occasione di conoscere l'intellettuale Khaled Fouad Allam, di cui proprio ieri sera ho appreso la scomparsa così, casualmente. Era una serata afosa come quella di ieri. Era una festa e quindi si cenava e si ballava come in tutte le feste.
Non ci tengo a ricordare qui la sua figura di intellettuale, anche controversa, in molti lo faranno molto meglio di me. O elencare tutti i suoi interventi a Fahrenheit sul mondo islamico.
Per me sarà sempre quello strano ballerino che nonostante la notevole stazza sembrava leggerissimo, la cui bella voce dall'accento francese avrebbe salvato le scalette più complicate dei programmi radiofonici in cui l'avrei invitato negli anni seguenti. 
Un intellettuale dalla personalità complessa di cui avrei detto: sempre sorridente e cordiale ma con lo sguardo come "altrove". Un eccentrico? Forse. 
Per me rimane scolpito mentre contava passi e tempo (sia-mo i watu-ssi, sia-mo i watu-ssi) braccia ondeggianti, e ancheggiava al ritmo di non so più cos'altro, con serietà e classe innata come solo gli arabi possono permettersi senza timore di essere ridicoli.

L'ho saputo ieri sera, così, e mi è dispiaciuto molto.


(Sera romana)







mercoledì 10 giugno 2015

Vestiti

Lavo i capelli -
la veste color indaco
per il viaggio
(Momoko Kuroda 1938)




Oggi festeggio lo spogliarello più bello della storia! 
L’esplosione di vita e colore di una foto scattata in quei luoghi sospesi e lontani, dai confini mutanti, dove parlare di immagini e di sacro è solo fatale, irrompe sul bianco e nero di un giornale qualsiasi. Ritaglio la mia immaginetta sacra e l'attacco con lo scotch al lato del pc. 

Voglio ricordarmi dell’esplosione di gioia di questo gruppo di persone che hanno appena varcato uno di quei confini nebulosi lasciandosi il califfato alle spalle. Evviva la vita che attecchisce ovunque, evviva la possibilità di scegliere!
La mia immaginetta. Mi commuovono il gesto liberatorio di lei quanto l’esultanza di lui nel guardarla. Bellissimi. Uniti nella lotta e dalla stessa parte. 


(Buon viaggio!)