venerdì 9 gennaio 2015

Colori

Inverno desolato
nel mondo di un solo colore
il suono del vento 
(Chiyo-jo 1701-1775)





Quale migliore occasione della strage di Parigi per soffiare sul fuoco? Il vento della destra xenofoba e razzista soffia forte in Francia e nel resto d'Europa e il suo suono non ha cromatismi. 
Ecco una breve antologia delle dichiarazioni di casa nostra, di quelle casarecce, allarmiste e praticone a cui non mi abituerò mai: Gasparri "Basta barconi! Serve un'offensiva militare decisa!". Salvini "Il nemico è in casa!". Santanchè "Elenco dei politici che hanno il coraggio di prevedere stanziamenti economici e permessi per costruire moschee!". Meloni "L'Europa che rinnega le proprie radici non sa opporsi ai suoi nemici" "Basta il buonismo della sinistra che vieta il presepe".

In nome di un mondo non monocolore, puoi leggere qui di come il Centro culturale islamico d'Italia condanni la strage al Charlie Hebdo e di come Abdellah Redouane, a capo della grande moschea romana, inviti al pluralismo e al rispetto della libertà in favore del dialogo tra culture. 



(Per me un po' di rosso, un pochino di giallo e di ocra. E quel blu cielo in alto. Grazie)












giovedì 8 gennaio 2015

#CharlieHebdo

Sollevata l'accetta
sul punto di sfrondare
l'albero è in germoglio
(Shiki 1867-1902)



Lo sgomento e la disperazione per la strage nella redazione del Charlie Hebdo di ieri ha acceso l'opinione pubblica di tutto il mondo e, di telefono in telefono, si è amplificata in modo esponenziale la popolarità di un giornale satirico che fino a ieri i più non conoscevano. 
L'accetta è stata sollevata, sì, ma d'ora in poi quelle vignette le vedranno in molti e germoglieranno una dopo l'altra.


(A terra. Germogli)

A proposito di virtuosa viralità, noto che l'hashtag usato sui social ha un refuso, forse per l'emozione del momento. Cliccatissimo un #charilehebdo con una 'i' spostata. Ma non importa, con o senza, raggiunge e informa chiunque e ovunque.
R.I.P.











mercoledì 7 gennaio 2015

Sarinagara

Acquazzone -
guarda fuori sola
una donna
(Takarai Kikaku 1661-1707)



Eppure eppure - sarinagara sarinagara come direbbe Issa (leggi QUI) - questo haiku così malinconico e umido forse anche di lacrime, ci introduce a una bella notizia.
Una piccola, piccolissima bella notizia che ci permette una pausa-respiro dopo aver sfogliato le prime pagine di oggi. Piazza Borsa, decreti vari che salvano i decreti stessi, Istanbul dove si fanno saltare in aria, una nuova "scuola di Atene", la misera sceneggiata del funerale di Pino Daniele.
Siamo a Trieste.


(sarinagara)

Passeggiando, mi accorgo di questo cartello, che ho fotografato per voi, appiccicato sulla vetrina di un negozio di articoli per neo mamme. Pur non interessandomi  molto la merce esposta, mi incuriosisce ed entro. Scambio due chiacchiere con Chiara, la proprietaria, che mi dice che si tratta della segnalazione che in quel negozio è anche possibile acquistare qualcosa con il solo fine di destinarlo a mamme in difficoltà. Si tratta di un piccolo grande successo, mi dice, mostrandomi lo scatolone riempito di pannolini, pomate, latte, giocattolini, ciucci, saponi e altri articoli. Molti partecipano donando e molte donne, italiane e straniere, approfittano dell'opportunità. Aggiunge che in alcuni negozi triestini, di vari generi, fanno raccolte simili e che l'iniziativa prende spunto dal mitico "caffè sospeso" napoletano. L'usanza, il piccolo ma nobile gesto di pagare un caffè in più per uno sconosciuto che non può permetterselo e che prima o poi entrerà nel bar, è stata ispiratrice di queste belle scatolone in giro per Trieste, tutte piene di cose utili per chi bussa. 

Per respirare ancora un'aria di gentilezza e solidarietà, se clicchi qui, la storia della colletta dei poliziotti per un pensionato disperato dopo aver subito uno scippo.

C'è "l'acquazzone", è vero, ma a volte è possibile sentirsi meno soli. 

martedì 6 gennaio 2015

Re Magi

Natale -
là c'è la stalla
con un cavallo dentro
(Saito Sanki 1900-1962)



Pensavate che non esistessero haiku natalizi? Smentisco i pregiudizi con questo di Saito Sanki che racchiude l'atmosfera del Natale occidentale nel rigore, enigmatico e orientale, tipico degli haiku giapponesi.
Con l'Epifania chiudiamo con le feste ma, prima di smontare albero e presepe, prima di finire i dolci della befana, vi racconto questa.


(I Re Magi)

Ogni anno, da quando sono piccola, è una mia tradizione, tutta mia, date le origini anche un po' napoletane, ascoltare qualche battuta di "Natale in casa Cupiello". Un "ti piace o preseppie" ogni anno "per devozzzione", direbbe Eduardo. 
Mi bastano pochi frammenti, non cerco l'intera commedia che so a memoria, solo quel tanto per ricordare e far rivivere persone e personaggi, nonni, zii, "nennilli", "cappotti nocella" e zampognari. Tutti insieme, tutti di famiglia. Una madeleine a forma di sfogliatella, ora che ci rifletto.
Ma quest'anno non era ancora capitato. Non so, non trovavo il tempo, non ho più il dvd, molti (tutti) non ci sono più. Ho perso le occasioni che mi sono venute incontro come quella della recente messa in onda, radiofonica e integrale, proprio su Radio3 o quella realizzata per la tv e trasmessa il 25 dicembre scorso. 
Quest'anno niente Cupiello. Un po' con il retropensiero ci ho fatto caso, lo ammetto. Quest'anno niente Cupiello.
Ma l'altra sera accendo e mi imbatto nelle battute finali del terzo atto di una replica di una replica di una replica. Riconosco attori, caratteristi, comparse. Tempi, facce e fondali, occhiate e caffè "fatto fresco". Su tutto, i "re magi" che impapocchiano i tre regali.

E così, se oggi l'Epifania si porta via feste e malinconie varie, posso ben dire che anche questo "Natale si è presentato come comanda Iddio". Anche nel Dailyhaiku! 
Il massimo. 





lunedì 5 gennaio 2015

Vigili?

Piscio
e guardo laggiù
il villaggio addormentato
(Santoka 1882-1940)





Ancora un sapore di festa nel post di oggi. Ancora avanzi, fette di panettone e, scusa, a me ancora un po' di lenticchie. Aria di famiglia, atmosfera accogliente, quella luce dorata nel tinello ancora carico di addobbi. Un grazioso "villaggio addormentato" dopo la festa. Tepore di lettuccio caldo, tutti dormono sereni e nessuno, proprio nessuno, che vigili. Al massimo ci si alza per i bisogni. 

Roma, il 31 dicembre, l'83,5 per cento dei vigili in turno si è dato malato. 
I tutori della legge che la trasgrediscono, tronfi, tra un petardo e una lingua di menelicche. La notizia? Qui.


(Roma. Metropolitana.  Vorrei scendere.)