venerdì 19 dicembre 2014

Ho dei libri!

Ho del riso
dei libri
persino del tabacco
(Santoka 1882-1940)





Consueto haiku-sigla santokiano per il consueto consiglio di lettura. 




Che oggi dedico non solo a chi ama la fotografia e la sua storia, ma anche a chi ama il proprio lavoro e lo fa in modo serio, sobrio e appassionato.
Il primo fra tutti a parlarmi di Mario Dondero, sempre illuminandosi e tessendone le lodi di umanità e simpatia, è stato lo scrittore Angelo Ferracuti, uomo colto e defilato, suo amico di vecchia data. In seguito, per il mio lavoro mi è capitato spesso di incontrare personalmente questo grande maestro della fotografia e, come succede sempre e solo con i grandi, anche Dondero mi ha dato quella bella e calda sensazione di totale semplicità. Passare tra le cose e nella storia con semplicità. E anche in modo sorridente.
Una volta entrai in redazione e, in mezzo al caos dei libri, delle carte e soprattutto dei colleghi in subbuglio, l'ho visto che si aggirava sorridente con la sua Leica M3 appesa al collo e in funzione.  

Questo saggio rappresenta prima di tutto il prezioso tentativo, riuscito perfettamente con l'ausilio dei "devoti" raccordi di Emanuele Giordana, di mettere ordine nell'archivio mentale di un grande dei nostri tempi.  
Lo "scatto umano" (che bel titolo!) di Mario Dondero racconta la grande stagione dei fotoreporter adombrando un temperamento che sembra forte e morbido allo stesso tempo. Radicale e mai snob, dentro e fuori le cose al tempo stesso. Una incredibile biografia che va dal sedicenne partigiano all'Afghanistan degli anni ottanta attraversando le capitali culturali di un' Europa in costruzione e raccontando incontri unici come con Doisneau, Robert Capa e Gerda Taro, le guerre e le lotte sindacali . 
Senza particolari ossessioni tecniche, quella di Dondero ci appare come passione pura per gli esseri umani. 
Reali e importanti "soggetti" da fotografare.




(Mario Dondero. In una MIA foto!)



  


     






giovedì 18 dicembre 2014

Google

Io sono un uomo
che mangia il suo riso
in mezzo ai convolvoli
(Bashō 1644-1694)





Bashō si conosceva. Non seguiva le mode o consultava sondaggi per capire se stesso o il mondo.
I suoi viaggi erano l'occasione per imparare: osservare la natura, vincere sofferenze e seguire le tracce dei letterati antichi (leggi QUI). La sua poetica riscopre la quotidianità e, attraverso uno sguardo colto e finissimo, proprio della filosofia zen e della ricerca di una bellezza nelle cose nello stile non esuberante, ci restituisce haiku evocativi e vagamente nostalgici. Ma anche molto precisi come questo autoritratto che lo vede con un po' di riso in mezzo a fiori che tutti noi conosciamo per la loro semplicità, i convolvoli. Vi suggerisco di cliccare su google e cercare la parola "convolvolo". Lo riconoscerete subito, ve lo assicuro, e... cambierete il corso della storia. Sentite questa.



Succede che si sia raggiunti da informazioni, inutili, nostro malgrado. E questo capita se esci, se guardi la tv e soprattutto se navighi. Una di queste "informazioni" ieri me la fornisce un fantasmatico Google blog team e io, sadicamente, oggi la condivido con voi.
A questo gruppo di ricerca preme dare conto, a me come ad altri milioni di sconosciuti, delle (testuale) "curiosità e interessi degli italiani, frutto delle numerose ricerche digitate da ciascuno di noi su Google".
Leggo e apprendo che in cima alla classifica delle parole ricercate su Google Italia c'è "Mondiali di calcio", seguito da "iPhone6". Tra i temi di grande interesse mi segnalano che la parola "Ebola" è tra le più digitate. E per la google-classifica dei "come fare" boom di digitazioni per la parola "barbecue".

Ora, io non avevo chiesto niente a nessuno, ma traccio comunque con voi l'identikit dell'italiano medio: ultras, col telefonino, ipocondriaco e che, vivendo sotto i ponti, si è attrezzato con un barbecue.
E che c'era bisogno di un Google team?


(Premi <esc>)










  


mercoledì 17 dicembre 2014

All'inizio

All'inizio del nuovo giorno
foglie d'albero
che cadono
(Hosha 1885-1954)



"Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore" ha detto il portavoce del movimento Mohammed Umar Khorasani.

141 morti - oltre 100 sono bambini e ragazzi tra i 10 e i 20 anni - e 144 feriti il bilancio provvisorio dell'attacco di ieri a Peshawar in Pakistan.
Giovani "foglie d'albero che cadono".


(Roma. Obiettivo sensibile sotto casa mia) 















martedì 16 dicembre 2014

Calpesto

Calpesto foglie morte
cagando a mio agio
in mezzo al campo.
(Santoka 1882-1940)




Se me l'avessero chiesto venti giorni fa, il 'guercio', il 'pazzo' e il 'pugile', per me, erano al massimo dei cabarettisti anni cinquanta.
'Sasà' e 'Genni' dei neo-melodici le cui canzoni non avrei mai pensato di ascoltare.
E che dire di 'Diabolik'? Solo quello dei fumetti.
Sì, ma fino una ventina di giorni fa. Oggi, è appurato dalle indagini, sappiamo che la mafia romana è popolata da tutti questi bei personaggi che hanno gestito e fatto qualsiasi nefandezza, rendendo la città torva e melmosa e (letteralmente) sporca. 
È plausibile, a questo punto, che su questo orizzonte degno di Cinecittà, si stagli anche una "nave fantasma", tipo quel Rex felliniano qui in versione horror B movie.
È difatti notizia di queste ore (qui) di altri sei arresti, tra cui due ufficiali della Marina, per la sparizione di circa sette milioni di euro destinati a un fantasmatico rifornimento di gasolio per una nave "fantasma" affondata più di un anno fa.

Ci siamo proprio. E fino al collo. E se lo dice anche Santoka...


(Guarda dove metti i piedi!!!)


Altre rovine romane? Leggi QUI!


lunedì 15 dicembre 2014

Germoglio

Spuntano i germogli
al tronco d'un grande albero
poggio l'orecchio
(Hosai 1885-1927)





Tareke Brhane, rifugiato residente in Italia e arrivato qui dall'Eritrea via mare, è stato premiato con un'onorificenza insignitagli dal Comitato del Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace - immagino il comitato delle persone migliori che esistono al mondo - nella cui motivazione si legge testualmente: 

“per essersi dedicato ad attività di sensibilizzazione sul tema dei rifugiati in Italia e per aver fondato il Comitato 3 Ottobre, con lo scopo di preservare la memoria di tutte le persone morte in mare nel tentativo di fuggire da guerra e persecuzioni e di tutti coloro che, anche a rischio della propria vita, salvano quella degli altri”.

Tareke Brhane ha vissuto quattro anni scappando tra il Sudan e la Libia, ha conosciuto il carcere di Gheddafi, è stato più volte respinto (ascolta QUI l'intervista di Tareke a Fahrenheit- Radio3). Nel 2005 è "approdato" a Lampedusa. 
Da allora aiuta gli altri come mediatore culturale e con i richiedenti asilo. Lavora attivamente per il "Comitato 3 ottobre" per preservare la memoria dei migranti morti in mare e affinchè venga riconosciuta la data del 3 ottobre quale "Giornata della Memoria e dell'Accoglienza" sia a livello nazionale che europeo.
Un albero sta germogliando, poggiamo l'orecchio sul suo tronco.


(contro tutto)