venerdì 14 novembre 2014

Fiori di glicine

Affaticato
alla ricerca di un tetto
i fiori di glicine
(Bashō 1644-1694) 



"Qui non entrare, non è per voi!" questo simpatico motto di accoglienza era all'indirizzo degli stranieri che ieri mattina gravitavano dalle parti di un bar di Tor Sapienza. Nella polveriera che è diventato nelle ultime settimane questo quartiere romano, la miccia si è riaccesa subito e in poco tempo si è passati alla rissa, poi ai lanci di bottiglie e pietre.     
Come soluzione - ripeto 'soluzione' - nel pomeriggio di ieri si è deciso di trasferire altrove tutti gli ospiti del centro di accoglienza del quartiere, sbarcati in agosto fuggendo da Etiopia, Somalia, Gambia e Guinea.
Leggo lo sconsolato sfogo della presidentessa della cooperativa "Il sorriso" che denuncia il razzismo di una periferia che pensa di risolvere con questo misero sgombero i suoi problemi, di altre malinconiche testimonianze sui fatti di questi giorni, dell'arrivo annunciato di Borghezio, di Alfano, leggo delle lacrime degli operatori. La notizia che vi linko QUI dice testualmente che il trasferimento delle ottanta persone "è cominciato con lo spostamento dei minori non accompagnati".
Minori non accompagnati. Ovvero quarantacinque ragazzini orfani e soli. 
Che pensano degli adulti? Che adulti diventeranno? 
Tristezza e vergogna. Altro che "fiori di glicine"!



(Abbandonati per strada)


















giovedì 13 novembre 2014

Stelle e rosette

L'inizio dell'autunno -
Un velo di nubi attraversa
miriadi di stelle.
(Iida Dakotsu 1885-1962)


Sarà forse perchè l'autore dello haiku di oggi nacque in un villaggio ai piedi del Fuji, il monte simbolo del Giappone da sempre rappresentato con una bella luna piena che lo incorona tra nuvole sottili, che la natura che ci descrive sembra sempre in perpetuo movimento.

Alle ore 17.04 di ieri pomeriggio la navicella spaziale della missione Rosetta si è posata sul nucleo di una cometa dal nome 67P qualcosa. Una missione spaziale mai tentata prima che ci darà via via informazioni da 500 milioni di chilometri di distanza. Viaggio lunghissimo di dieci anni, manovre durate sette ore, atterraggio di fortuna.
Se tutto va come deve andare, fino a marzo 2015 la sonda scatterà foto a ripetizione, come un piccolo paparazzo davanti a una, è il caso di dirlo, "star" meravigliosa, e vecchiotta al punto di essere capace di raccontarci come nacque il sistema solare.
Dalla stele di Rosetta alle stelle di Rosetta ne abbiamo fatta di strada per "leggere" il mondo. Bello poter dire: "c'ero anch'io!" e immaginare  un futuro incantato e incantevole! Vi offro questo link con il suono vero di una stella pulsar. Cliccando QUI si fa un piccolo viaggio mentale, ve lo assicuro...


(Rosetta. Stanziale ma croccante)







mercoledì 12 novembre 2014

Parole

Come mangiando l'uva
una parola e ancora
un'altra parola.
(Nakamura Kusatao 1901-1983)




Ma che bella notizia! Un nuovo font inventato dal designer olandese Christian Boer aiuterà i dislessici a non confondere una lettera con l'altra (notizia qui). Pensando a un alfabeto visivamente più accessibile, l'inventore ha tenuto presente che, per chi soffre di questo disturbo, l'eleganza del segno grafico è un aspetto relativo rispetto alla riconoscibilità sugli altri segni. Quindi una zampetta più lunga qui, uno spazietto là, una curvetta più pronunciata...
Un alfabeto accessibile in ogni senso: si può scaricare il download "Dyslexie" gratuitamente e senza subdoli fini commerciali!
A me sembra bellissimo che tutti possano mangiare chicchi d'uva uno dopo l'altro condividendone il piacere!


("Hakanaï" in giapponese significa "fragilità" ed è anche il titolo di questa performance di Adrian M/Claire B)

Ho assistito alla performance "Hakanaï" nell'ambito degli spettacoli della Fondazione Romaeuropa Festival un paio di settimane fa a Roma. 
Immaginatevi di entrare dentro una scatola, molto simile a un cervello, e riuscire a individuare visivamente scariche elettriche e impulsi sonori tradotti nelle lettere e nei grafemi proiettati sulle pareti (come nella foto che ho fatto). Ipnotizzati dai movimenti di una danzatrice anche noi spettatori fluttuavamo in quella scatola luminosa dove i suoni ricordavano bit elettronici molto simili a quelli di un elettroencefalogramma sonoro. 
In quale realtà vibravamo? Era una realtà "reale" o virtuale? 

Un suggestivo incontro tra materiale e immateriale che mi ha riportato con il pensiero a questa bella scoperta di oggi volta a "tradurre", in modo più semplificato per i dislessici, l'idea del mondo.

martedì 11 novembre 2014

Aceri rossi

Rinuncia al mondo
il villaggio dei miei cari -
i suoi aceri rossi!
(Yosa Buson 1716-1784)



Oggi dedico lo haiku a Roberto Saviano e a chi, come lui, ha dovuto "rinunciare al mondo" in nome della lotta al sistema. E penso a tutti coloro che, scegliendo la strada della giustizia e della legalità, vivono nell'angoscia, lontani da tutto, guardano impotenti la loro vita stravolta, le amicizie cambiate, le scelte segnate, gli amori finiti. Uomini e donne a cui  dobbiamo sempre attenzione e luce.

Ieri i boss dei casalesi, che Saviano ci ha fatti ben conoscere, Iovine e Bidognetti, accusati di avere minacciato lui e Rosaria Capacchione, sono stati assolti per non avere commesso il fatto (notizia qui)La condanna riguarda esclusivamente il loro avvocato. 

Il mio pensiero va alla sentenza Cucchi di qualche giorno fa che sembra dire che il ragazzo fece tutto da solo.


(Foto che ho fatto durante un Fahrenheit di un paio di anni fa. Negli occhi di Saviano "aceri rossi")





lunedì 10 novembre 2014

Candele

Sera di primavera
la fiamma passa
di lume in lume
(Yosa Buson 1716-1784)



È stata proprio una bella "sera di primavera" quella di sabato scorso in piazza a Roma! 

Dopo un tam tam su FB e TW ci siamo ritrovati da una piazza virtuale alla reale Piazza Indipendenza e, tutti insieme, sabato alle sei del pomeriggio, abbiamo acceso tante candele in memoria di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Riccardo Rassman e moltissimi altri.
Mi guardavo intorno. Eccola qui la "società civile", pensavo. Incrociavo sguardi liberi, dritti e caldi. C'erano bambini minuscoli che giocavano con le fiammelle, anziani, ragazzi dei centri sociali con i dreadlocks d'ordinanza, giovani seri dall'aria scout. Tutti sono arrivati in piazza con un ideale comune: che la polizia tratti le persone, sempre e comunque, con rispetto.


Sotto le finestre del CSM, a due passi dalla Stazione Termini, ricovero e incrocio di emarginati e quindi cittadini di serie B, in una piazza che si chiama "Indipendenza", abbiamo ascoltato le parole dei familiari partecipando a qualcosa di simile a una messa laica. Uniti, silenziosi e commossi. Le candele, la musica sommessa di un gruppo di fiati, il raccoglimento in mezzo al caos di Roma.

E poi ci siamo salutati, con la speranza che la fiamma passi "di lume in lume"!