lunedì 21 luglio 2014

Blu infinito

Eccomi
dove il blu del mare
è infinito
(Santoka 1882-1940)

 "Vogliamo essere in prima linea in Europa con la legge sull'eutanasia: è una legge che dà la garanzia alle persone di scegliere consapevolmente come andarsene. Questo è fondamentale per chi, come me, ha vissuto la propria vita in mezzo al dolore, alla sofferenza e alla morte". 

Così afferma il medico Umberto Veronesi in appoggio alla proposta di legge depositata alla Camera il 13 settembre scorso e che, da allora, non si è mossa da lì (leggi notizia).


(Sono per il "blu infinito". Anche quello di Yves Klein)















venerdì 18 luglio 2014

Cielo di guerra

I colori escono in cielo e svaniscono
bolle di sapone
tra le macerie
(Kaneko Tōta 1919)


(Notizie alla radio. Appena sveglia)






giovedì 17 luglio 2014

Libro in valigia

Meraviglia del mondo
le ali di farfalla-
formiche le trascinano
(Seisensui Ogiwara 1884-1976)

Con Carlo D'Amicis, con il quale da anni condivido fisicamente lo spazio di una redazione e le scelte editoriali di una trasmissione culturale, questa volta entro in un bosco.
Qui si svolge la storia che mi racconta - o devo chiamarla favola, mito - di questo suo "Quando eravamo prede" appena uscito per minimum fax. Tutto è "meraviglia del mondo" in questo romanzo dove Toro e Formica parlano, Alce si ubriaca e Farfalla ha "lunghe ciglia e labbra disegnate" e ci avverte:

"Non abbiamo sempre detto che niente, a questo mondo, è più perfetto della perfezione animale?"
"Non siamo più animali, Agnello".
Fece una breve pausa. Poi aggiunse: "Né siamo ancora esseri umani".
"E cosa siamo, allora?"

Dopo quello segnalato la scorsa settimana (leggi QUI) mi imbatto nuovamente in un romanzo dove sacro e biblico sono elementi importanti della narrazione. In questo "Quando eravamo prede" la scrittura asciuttissima restituisce al lettore un' essenzialità alta, e allo stesso tempo "altra", che definisce perfettamente l'atmosfera edenica di un bosco ai confini di uno strano disegno divino.





D'Amicis è lo scrittore dallo sguardo bambino che - ecco l'elemento che me lo fa piacere- perde l'innocenza parola dopo parola, e che guarda a un passato amniotico comune con nostalgia ed efferatezza. Alcune immagini dei suoi libri mi sono entrate nella testa con una forza subdola e delicata senza lasciarmi scampo. Il ticchettio dei tacchi a spillo di un libro di tanti anni fa risuona ancora nel rapporto tra Alce e Cagna di questo libro. Agnello, e il suo essere vinto come Alce, mi diverte sempre e ritorna, inquietandomi ogni volta. Questo romanzo è corale, a parlare sono strani esseri in divenire, creature di passaggio a metà tra l'animale e l'umano, che possono anche diventare un albero. 
L'autore-creatore prende in mano quella stilla, quel cromosoma, quel soffio vitale, quella costola che unisce e divide i mondi, umano e animale, e la offre al lettore con la serietà di un bambino che stacca un boccone dalla merenda per offrirlo a un adulto. 
Una specie di comunione per gioco dove tutti giochiamo a fare l'Agnello sacrificale.   

E' un gran bel libro, questo, dove siamo cacciatori e prede e il limitare del bosco fa paura e l'amore trionfa.
E' intenso e filosofico. Religioso e carnale. 
Buona lettura!








                   

mercoledì 16 luglio 2014

Meglio Verdini.

Mentre mi lavo il viso,
nel catino si erge
l'ombra dell'autunno.
(Sōseki 1867-1916)

Stamattina annaspavo. Non riuscivo a trovare "la" notizia per il DAILYHAIKU di oggi tra la Mogherini osteggiata in Europa, Verdini che sguiscia tra un'accusa e un'accusa, Ruby maggiorenne ma sempre peperina, Berlusconi in versione padre della patria, Renzi che stasera cena a Bruxelles  e chiede aiuto ai dissidenti (ma come regge?), qualcuno che se ne va dalla Juve... E poi Hamas e Gaza, Castel Volturno...
Insomma un vero delirio davanti ai miei occhi. Che faccio?
Giro che ti rigiro sul web, sconsolata e con faccia da punto interrogativo, vengo attratta da un link de "Il Post" (guarda qui) Ho risolto! Clicco.
Hipsterino e ammiccante mi squaderna "I migliori dischi del 2014 (finora)". Mi ci butto ancora illusa di trovare l'idea per oggi. Scorro video caramellati dove tipi con visiere storte d'ordinanza e luci instagram abitano in tinelli anni settanta versione studi di registrazione glam. E poi una zaffata di didascalie sempre "hipsteriche" e misteriose. 
Sembrano copiare un po' i REM, penso e clicco un altro video. Mi scopro rimpiangere Michael Jackson... 
Niente. Manco una ne conosco! Ma dove stavo? Cosa ascoltavo in questo "2014 (finora)"? Quanti anni ho? Chi sieteeee? 

Meglio cercare news su Denis Verdini. 


(Loro sono...Sì sì...lo sapevo...si chiamano...)

martedì 15 luglio 2014

Un mondo di stranieri

All'ombra dei fiori
nessuno
è straniero
(Issa 1763-1827)

Alla fine, essere un grande scrittore risiede, per come la penso, nel riuscire a raccontare sempre la stessa cosa. Il suo sguardo sulla realtà illumina il quotidiano di chi legge che così impara a trovarlo e ritrovarlo, impara a seguirlo.

In "Ora o mai più" del 1991 Nadine Gordimer (leggi qui) scriveva:
"Sembrava che fosse finita un’Era. Di certo niente meno che una Nuova Era quando la legge non viene promulgata in base a una pigmentazione, quando tutti possono vivere, andare e lavorare ovunque vogliano in un paese che appartiene a loro in comune.”

Anche Nadine Gordimer ha raccontato per l'intera sua vita la stessa cosa, il Sudafrica e l'apartheid, ma le sue parole riguardano tutti. 
Che vivano a Johannesburg, Berlino o a Rosarno.


(Nadine Gordimer  "Un mondo di stranieri" Feltrinelli 1961)