È l’ora, in cucina, che troppi
due sono, ed un solo non basta:
si cuoce, tra murmuri e scoppi,
la bionda matassa di pasta.
Qua, nella cucina, lo svolo
di piccole grida d’impero;
là, in sala, il ronzare, ormai solo,
d’un ospite molto ciarliero.
Avanti i suoi ciocchi, senz’ira
ne pena,
la docile macchina gira
serena,
qual docile servo, una volta
ch’ha inteso, ne altro bisogna:
lavora nel mentre che ascolta,
lavora nel mentre che sogna.
(da "La canzone del girarrosto" di Giovanni Pascoli)
Nel mentre che sogna...
Ho tantissimi ritagli di ricette mai fatte. Tantissimi, stipati in un vecchio quaderno con le molle.
Conservo dosi precise per focacce profumate, indicazioni per non far impazzire la besciamella e sui pizzichi di sale, consigli su panetti di burro da fondere senza friggere, dritte sui tempi giusti di cottura, mi raccomando, e fritture da asciugare, bene, bene come deve essere. Alcune ricette sono incollate sui fogli del quaderno, molte sono autografe (mia nonna e le sue polpette, l'altra nonna col suo esotico "ciurek", una da mia madre: lo sformato di carciofi intitolato alla sua amica, scritto bene bene, da mia madre, con tutti gli ingredienti in ordine, come una brava donna di casa di quelle col grembiule col fiocco e che alzano la gambetta quando te lo porgono fumante sul piatto bianco di portata, maddai mamma!!!). E quanti ritaglietti di prelibatezze care, assaggiate una volta sola e mai dimenticate, come i momenti di felicità che mi regalarono e che si sarebbero dovuti replicare nella mia cucina ma che, finora, non ho mai replicato!
Guardo il mio quaderno cicciotto, gli ho messo intorno anche una cinta di elastico, la sua copertina macchiata di schizzi, i fogli guarniti di polvere e di briciole mezzo grattate, ben imbottito delle ricette che non realizzo.
Come quella della kaiserschmarren di una ventina di estati fa, mmh che bontà!
Mai fatta.
(Ricetta alternativa) |
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