Ho smesso di sorridere,
le labbra sono gelate,
ad una sola speranza
segue più di una canzone.
Senza colpa cederò il canto
al riso e alla profanazione,
ché al colmo del dolore
per l’anima è il silenzio
d’amore
("Ho smesso di sorridere" di Anna Achmatova)
Il dolore di questi versi della grande poetessa russa accusata dal regime sovietico di essere troppo lirica, e quindi troppo poco politica, mi sembrano l'epigrafe giusta a quello che sta accadendo in queste ore.
Quale saranno le conseguenze dopo la manifestazione di domenica (Leggi QUI) lo stiamo capendo a suon di minacce e con l'arresto di Alexei Navalny, il più grande oppositore, in vita, - sto pensando alla Politkovskaja, non posso farne a meno - di Putin.
Poi c'è un effetto più allargato che si espande come piccoli cerchi concentrici sull'opinione pubblica russa, a un tratto scrollata dal torpore di ricchezza e paura.
Infine, l'eco arriva fino a noi qui.
Che dobbiamo sorbirci il Salvini-pensiero sulla questione, il suo frasario e il suo incondizionato appoggio al "leader democratico" e alla sua politica economica mono-tassa (QUI).
Ho smesso di sorridere.
(Manifestazione) |
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