La loro voce annuncia la neve
sui monti lontani
(Ogiwara Seisensui 1884-1976)
Ma vi ricordate quando i giornalisti facevano una fatica incredibile per carpire le "dichiarazioni"? Si poteva proprio dire così: "carpire una notizia". E le "fonti", le misteriose "gole profonde", gli "informatori" - che ora sopravvivono solo nei film di Woody Allen - che i giornalisti utilizzavano per scovare qualcosa da poter pubblicare, ve li ricordate?
Oggi le fonti sono sicurissime, doc, visto che sono i "dichiaristi" stessi a essere fonte di informazioni su...loro stessi. E vi ricordate quella frase, all'epoca sospetta ma che ora diventa un balsamo, "non rilascio dichiarazioni"?
Tutti affetti da #dichiarismo acuto.
Prendiamo la politica. Subito dopo un'importante riunione - ad esempio nella direzione del Pd - dopo un attimo, annunciano pubblicamente, e spesso in 140 caratteri, il loro dissenso rispetto a quanto appena deliberato, il loro disaccordo con questo o con quello. Civati, dichiarista della prima ora, mi sembra essersi talmente ingarellato da essersi addirittura perso... E i risultati elettorali di oggi, la forte astensione, non sono forse effetto di un #dichiarismo senza scrupoli?
Il #dichiarismo ha attecchito ovunque, non pensiate. Appena chiusesi le porte alle spalle, anche i membri della Consulta, appena consultatisi, incolsultamente vengono afferrati dal morbo. O nei premi letterari. Solo ieri, Ilvo Diamanti, politologo e fine osservatore della nostra società, dichiarava che avrebbe votato per Starnone ma che non l'ha fatto.
I passerotti del mattino dichiarano per esistere. Nelle piazze televisive, sui giornali, sul telefonino, dal Parlamento al condominio di casa, il #dichiarismo impazza.
(Silenzio assoluto) |
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