dice il bambino,
piangendo.
(Issa Kobayashi 1763-1827)
Sono reduce da una serata di quelle natalizie, quelle che toccano a tutti, dove il piccolo di casa si è letteralmente appeso alle guance di un'amica dei genitori, impassibili e con lo sguardo costantemente apprensivo ma sempre altrove.
Il piccolo imperatore ha dettato legge in fatto di orari, tenuto banco, trascinato ogni due minuti la nonna-schiava non so dove e praticamente scelto gli argomenti della conversazione, ovvero: se non si parlava di lui, urla belluine.
"Prendetegli la luna voi, che io ripasso tra venti anni! Auguri!" e, ancora sbocconcellando il panettone, mi infilavo il cappotto lasciandomi alle spalle scartocci, profumo di arance e i due amici, con lo sguardo sempre altrove, e che ripetevano il mantra "è un po' stanco".
Mai come me.
(Dal mio bagno: luna zen. Ma io no) |