Giorni lunghi.
L'ombra della frusta
insegue l'asino
(Shiki 1867-1892)
Dal Parlamento si ode un frastuono di battaglia, schiocchi di frustate.
Renziani da una parte, minoranza di una maggioranza dall'altra e in mezzo l'Italia e le sue leggi.
Giorni lunghi quelli dei cittadini per bene, quelli in perenne attesa, i miei "samurai della quotidianità" a cui dedico l'haiku del grande Shiki, che pur provenendo da una famiglia di guerrieri samurai preferì le lettere e gli haiku.
Shiki, dalla vita breve come un lampo, fu anche saggista, critico e corrispondente dal fronte nella guerra sino-giapponese.
Tante cose concentrò in pochi anni di vita, come tante sono quelle che racchiudono i tre ku di un haiku che Shiki contribuì a riformare poeticamente.
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(pic nic di samurai) |
Esco nella discarica.
Freddo della spiaggia
in bassa marea.
(Kawahigashi Hekigodo 1873-1933)
Mi colpisce un tassellino bordato di rosso, all'angolo di un quotidiano che sto sfogliando. Piccola piccola, quasi nascosta nel resto delle notizie, la riproduzione formato 4cm x 3cm dell'ultima vignetta apparsa sul Charlie Hebdo. Sulla striscia rossa che la incornicia un laconico "La polemica". Poi la vignetta. Una spiaggia, il bambino ("quel" bambino) riverso con la testa nel mare. Alle sue spalle, a pochi metri, infitto nella sabbia, l'enorme cartello pubblicitario con il pagliaccio-logo di McDonald che promuove, rosso e giallo, due menù per bambini al prezzo di uno. E poi il titolo, su tutto: "Si près dubut...", "Così vicino alla meta".
Perché? E' questa la libertà? La questione è troppo importante. Troppo complessa. Troppo.
Esco nella discarica, come ogni mattina accenderò il mio motorino, andrò a lavorare.
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(cercando la libertà) |
La luna splende.
Anche i monaci
fanno piccole spese a Shijo
(Kawabata Bosha 1897-1941)
Questo Kawabata, omonimo del ben più noto scrittore a lui contemporaneo, era un monaco zen sconosciuto ai più. I suoi haiku restituiscono le immagini di una vita meditativa fatta di piccoli gesti, l'osservazione amorevole del prossimo, sobrietà e frugalità. Qualche ramo di felce, un piccione che svolazza, rugiada, lucciole.
Che papa Francesco conosca anche Kawabata Bosha??? Dopo la citazione di Mina di qualche giorno fa non mi stupirebbe affatto!
Il fermo richiamo alle gerarchie ecclesiastiche a far pagare l'Imu quando i conventi diventano hotel (leggi QUI) mi ha fatto subito venire in mente queste meravigliose "piccole spese", quello spirito di semplicità che ogni haiku di qualunque autore, oggi la scelta era facile, trasmette al lettore.
Chissà a quali spesette allude il nostro Kawabata Bosha! Che curiosità.
Escludo pantofole di velluto, i monaci zen preferivano i pratici tabi di paglia, o mantelle di ermellino. Con la pioggia si impregnerebbero.
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(cattedrale low cost) |
Freschezza d'estate
qui me la prendo comoda
e faccio la siesta
(Bashō 1644-1694)
Estate resta qui ancora un po'! Con i tuoi tempi morti, i telefonini che squillano di meno, gli amici, che sì ci sono ed è bello, ma va benissimo che siano ancora in giro. E ora legale, resisti! E soprattutto resistete ancora siesta pomeridiana, ore di ozio utili per leggere e pensare, solo pensare, alle cosa da fare.
Quelle sane ore da Paperino, naso schiacciato contro lo schienale imbottito del divano, e coda in posizione OFF verso il resto del mondo.
Inizio così il mio pigro lunedì piovoso, la mia lenta settimana che procede verso l'autunno senza alcuna notizia da segnalarvi, in pieno stile Paolino Paperino, godendomi il viaggio di ritorno in treno dal Festivaletteratura di Mantova tra il sonnacchioso e la lettura della mia nuova scoperta letteraria che è passata dai microfoni di Fahrenheit ieri pomeriggio.
Ed è un gran bel viaggio, vi assicuro.
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(scoperta) |
Nella mattina splendente
anche i toast
sembrano imbarazzati
(Hino Sōjō 1901-1956)
Che dire? Avete presente quelle mattine in cui uno si sveglia allegro? Quelle da doccia canterina e pazienza se il latte esce dal pentolino? Ecco sto così. Capita a tutti, e a me è capitato stamattina.
Sono a Mantova per il festival - e già ero un po' contenta - e sto con un orecchio a Prima Pagina e un occhio ai giornali, come del resto ogni giorno. Ma stamattina, mentre ero intenta a sfogliare le pagine dei quotidiani, i toast della colazione mi hanno proprio sorriso, "imbarazzati" per il mio stato d'animo.
Prima la foto del migrante che si fa un selfie con questo incredibile protagonista dei nostri tempi che si chiama Angela Merkel e poi una nuova parola che mi fa l'occhiolino da dentro il pezzo che sto leggendo: "reshoring" ovvero quando le grandi aziende, che prima hanno delocalizzato, scelgono di rimpatriare (in questo caso anche dall'Est dove, tra l'altro, in materia di migranti non si sono proprio meritati una medaglia al valore. E poi l'Ungheria non voleva entrare in Europa ad ogni costo? Ma è un'altra storia.)
Torniamo ai toast che mi sorridono.
Insomma, questo reshoring, ad esempio, riguarda Pomigliano che ora produrrà di nuovo la Panda, la Sardegna dove Asdomar porterà la lavorazione del tonno. E con loro anche altre aziende come l'Assocalzaturifici che tornerà, appunto, sui suoi passi, per recuperare le maestranze italiane.
Insomma, certe volte sembra che le cose si mettano meglio, che i toast ti sorridano nipponicamente imbarazzati, e affrontare la giornata può essere un altro regalo.
Ci vediamo in postazione?
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(Mattina mantovana) |