venerdì 11 settembre 2015

Toast

Nella mattina splendente
anche i toast
sembrano imbarazzati
(Hino Sōjō 1901-1956)



Che dire? Avete presente quelle mattine in cui uno si sveglia allegro? Quelle da doccia canterina e pazienza se il latte esce dal pentolino? Ecco sto così. Capita a tutti, e a me è capitato stamattina.
Sono a Mantova per il festival - e già ero un po' contenta - e sto con un orecchio a Prima Pagina e un occhio ai giornali, come del resto ogni giorno. Ma stamattina, mentre ero intenta a sfogliare le pagine dei quotidiani, i toast della colazione mi hanno proprio sorriso, "imbarazzati" per il mio stato d'animo.
Prima la foto del migrante che si fa un selfie con questo incredibile protagonista dei nostri tempi che si chiama Angela Merkel e poi una nuova parola che mi fa l'occhiolino da dentro il pezzo che sto leggendo: "reshoring" ovvero quando le grandi aziende, che prima hanno delocalizzato, scelgono di rimpatriare (in questo caso anche dall'Est dove, tra l'altro, in materia di migranti non si sono proprio meritati una medaglia al valore. E poi l'Ungheria non voleva entrare in Europa ad ogni costo? Ma è un'altra storia.)
Torniamo ai toast che mi sorridono. 
Insomma, questo reshoring, ad esempio, riguarda Pomigliano che ora produrrà di nuovo la Panda, la Sardegna dove Asdomar porterà la lavorazione del tonno. E con loro anche altre aziende come l'Assocalzaturifici che tornerà, appunto, sui suoi passi, per recuperare le maestranze italiane. 

Insomma, certe volte sembra che le cose si mettano meglio, che i toast ti sorridano nipponicamente imbarazzati, e affrontare la giornata può essere un altro regalo.
Ci vediamo in postazione?


(Mattina mantovana)









giovedì 10 settembre 2015

Petali

Oltre la barriera camminiamo 
coperti di petali bianchi 
abito nuovo 
(Bashō 1644-1694)




Me a noi ci piace! Lo vogliamo capire che a noi italiani ci piace???
Alla faccia di Bashō siamo capaci di camminare oltre tutte le barriere etiche e morali, siamo fichissimi! Con i mezzi più efficaci riusciamo a trasformare, nell'opinione pubblica, gli esempi umani peggiori in vicini di pianerottolo. Non proprio proprio proprio amici, ok, ma vicini di casa sì, di quelli magari con qualche difettuccio, di quelli con qualche scheletro nell'armadio. Di quelli che "alla fine mi sta simpatico".
E ora tocca ai Casamonica, già pronti senza passare dal trucco per essere i nuovi protagonisti di fiction esportabili e ad alto share, non sentite come suona già bene il loro cognome? Come vi risuoni un made in Italy musicale e che sa di famiglia? E quei petali bianchi non li vedete già scendere dolcemente nella sigla?
Non mi scandalizzo quindi della trasmismissione, della loro intervista. Non mi sorprende di certo.
I protagonisti di Gomorra, dopo il film capolavoro e di grande poesia di Garrone, sono serializzati e glam. Ci entrano tutti a casa, si siedono sui nostri divani, i nostri figli si pettinano come loro e noi proviamo empatia, li troviamo "umani". (Leggi QUI)
Ecco il punto: umanizzare il disumano in vari format. Interviste di un certo tipo, quelle che ammiccano ad esempio, le serie tv che confondono. 
Si sfumano i contorni. Noi vediamo meno. Tutto è meno chiaro e più confuso. Dentro/fuori, vero/falso.
E mentre la luce si abbassa sull'etica, lo share si alza.


(Sipario!)







lunedì 7 settembre 2015

Alberi a Radio3

Caduti i fiori -
tra i rami degli alberi
il tempio appare
(Yosa Buson 1716-1783)


La forza delle radici, la potenza della linfa, lo slancio dei rami, la ricchezza dei frutti, la maestosità della chioma. La sacralità di un albero. Qualcosa di paterno e caro mi avvolge quando tocco, col palmo bene aperto, il legno del tronco. Anche quello di un albero cittadino, anche quello di un'acacia stortignaccola bordo strada.

Allora, per chi ancora non lo sapesse, ho portato a Matera, al festival di Radio3, l'idea che vi avevo anticipato venerdì scorso. In chiusura del nostro Materadio abbiamo quindi piantato un albero (di pistacchio!) in memoria dell'archeologo siriano Khaled al-Asaad. Tutti insieme, ascoltatori che ci hanno raggiunto per l'occasione, materani, turisti e tutti noi della truppa di Radio3, abbiamo partecipato a una piccola cerimonia simbolica e piena di vita in una terra difficile e struggente come quella dei sassi. 
E proprio mentre stavamo con la zappa, smuovendo la terra che avrebbe accolto il nostro bell'alberello, una marcia lunga e commovente di profughi varcava i confini non solo politici dell'Europa.
Troppi i fiori caduti ma la luce tra i rami che ci indica Buson possiamo scorgerla solo insieme e guardando dalla stessa parte. 
E per noi è stato un bellissimo momento di condivisione non solo radiofonica!


(Vita)





venerdì 4 settembre 2015

Albero

Ciliegio in un vaso.
Raccolgo un ramo
tra i fiori caduti
(Kawahigashi Hekigodo 1873-1937)

Oggi pianto il mio ciliegio in un vaso per il professor Khaled al-Asaad che era devoto a ogni pietra di quel lontano sito archeologico dal nome bellissimo e dolce di Palmira. 

Lo faccio in attesa della cerimonia in memoria dell'archeologo siriano che si terrà prossimamente a Milano, presso il Giardino dei Giusti.  Lo faccio a mio modo, con un haiku di Hekigodo che vi invio da Matera, luogo prezioso per i suoi siti archeologici e caro a chi lo visita.



(Patrimoni dell'umanità)



NOTA per gli ascoltatori di Radio3
In occasione del Materadio, il festival radiofonico a Matera del 4, 5 e 6 settembre, l'idea di piantare un albero in memoria di Khaled al Asaad, fiorirà. Stay tuned!

giovedì 3 settembre 2015

RIP

Nel grande tempio
poca luce
notte fredda
(Shiki 1867-1902)



Ieri sera, forse tardi, sono incappata in questa notizia: Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli (solo) d'Italia, protesta con Renzi per essere stata richiamata dall'UNAR. Cos'è UNAR? Si tratta dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Cosa ha detto? Le solite cose razziste. Il punto è che l'indignata è lei. 
Ma vado a dormire. Sono stanca e ho mal di testa.
Stamattina mi alzo, squaderno il tablet sul tavolo della colazione, la macchinetta del caffè fa il suo lavoro e accendo la radio. Il giornalista parla di profughi e di una foto che molti quotidiani oggi hanno scelto di pubblicare. Sull'account FB di qualcuno mi appare proprio una spiaggia, un bambino siriano, tre anni al massimo, riverso sul bagnasciuga di Bodrum, senza vita.
Le due notizie sono legate, i nessi fateli voi.


(Poca luce)