Senti, m’informò l’anima,
Scriviamo per il corpo (siamo infatti una cosa), versi tali,
Che, dopo morte, dovessi invisibil tornare,
O, più tardi, più tardi, in altre sfere,
A un gruppo di compagni i miei canti riprendere,
(In accordo con suono, alberi, venti della terra, tumulto
delle onde),
Possa con soddisfatto sorriso continuare,
A sempre riconoscere miei questi versi – come, qui ed ora,
per la prima volta,
Firmando per anima e corpo, il nome mio v’appongo,
Walt Whitman
(in "Foglie d'erba" di Walt Whitman)
Walt Whitman nacque nel 1819 a West Hills, nello Stato di New York, da
una famiglia quacchera. Se cerchiamo in rete le sue foto, appare per prima la più famosa, quella scattata da George Cox
nel 1887.
Sul fondo scuro risalta il
volto di un vecchio, i capelli bianchi e lunghi, tutt'uno con la barba vaporosa e
anch’essa bianchissima (in un suo articolo per la rubrica dal titolo "Sport per uomini", intrattiene mondanamente i suoi lettori sui vantaggi non solo estetici di una bella barba lunga e folta, utile anche per preservare i bronchi da spifferi e correnti d'aria); la tesa del cappello è definita da una linea di luce
chiara che rimanda a quella degli occhi. Lo sguardo penetrante, e freddo, pare
cercare il nostro grazie a quell’espediente della posa, la leggera torsione del
vecchio Whitman verso l’obiettivo. Chi è quest’uomo? Un saggio, un padre, un
visionario, un matto? Con il suo nome, lui non lo saprà mai, un giorno chiameranno un
cratere sulla superficie di Mercurio. Walt Whitman, il grande poeta americano
padre del verso libero, viaggia sul pianeta più vicino al Sole e per
l’eternità.