mercoledì 21 ottobre 2015

Formiche

Passano le formiche
tra l'umido e l'asciutto
delle case di cemento
(Yamaguchi Seishi 1901-1944)




Formica nel traffico indosserò il casco, inforcherò il motorino e schiverò il pericolo di buche e di quelli che sbucano, di pioggia sul parabrezza che rende tutto baluginante.
Formica nel traffico spierò negli abitacoli, i messaggi digitati al volo con un occhio allo specchietto e l'altro alla tastiera.
Perlustrerò i posti guida, i sedili, i cruscotti. Leggerò i titoli di giornali buttati sul sedile di dietro. Saluterò mocciosi sconosciuti, osserverò vecchi issati davanti, immobili, stretti nelle loro cinture di sicurezza, vicini a figli silenziosi che guidano assorti. 
Annuserò i sudori confusi dagli arbre magique, i profumi di pizzette della merenda e i dopobarba. 
Ascolterò jingle, navigatori, spot pubblicitari a metà, pezzi di canzoni. Melodie anni ottanta, e che mi resteranno appiccicate per un po' in testa, bassi anni novanta che mi fanno tremare il cervello, canzoni degli anni zero di xfactor che non riesco a seguire.
E anche adesso, tra l'umido e l'asciutto, nel cemento autunnale di una Roma tutta da attraversare, da raggiungere e da abbracciare, passano le formiche che la popolano.


(Tokyo a Roma nord)





  
   

martedì 20 ottobre 2015

Mafia capitale

Freddo nella notte.
Mi siedo tra montagne
di scritti di haiku
(Shiki 1892-1902) 



Cinema cinema cinema! Se solo ieri qui riflettevo su "Inside Out", il cartone Pixar che piace a tutti ma non a me, oggi continuo a occuparmi di un kolossal. Riflettori su: Mafia Capitale! 

- Ma che davero davero inizia la serie tv?
- Noneee! Quello che dici te è er firm "Subbbbburra". Sta ar cinema" 
- Ma mafiacapitale non è 'na serie??? E quelli che se so' fatti er serfi co' Favino???
- Fico!
- Anvedi!

Lo so, è facile confondersi tra vero e falso, dentro-fuori. Tra realtà e serie tv quando quest'ultime sono realizzate mentre la realtà (vera), in fieri, preme, è in atto, ed è ancora lì, tutta da capire e da risolvere. Con i protagonisti ancora processare e con la società che fa da sfondo che sembra confondere tutto, anche i modelli di riferimento.

Facciamo un po' di ordine allora: oggi inizia il primo processo per Mafia Capitale (realtà). L'ex Sindaco Ignazio Marino (realtà) vuole costituire il Campidoglio parte civile (realtà). Poi c'è la fiction (fiction) su mafia capitale (realtà) che si chiama Suburra (fiction).
E allora i selfies? Girano on line da qualche giorno (realtà) e mostrano uno dei boss che si fa la foto con Favino e con Amendola che interpretano in una fiction (fiction) persone a lui ben note (realtà) cliccaQUI.

E io? In un dentro-fuori vorticoso (vi ricordo questo post), raggelata, mi siedo tra montagne di scritti di haiku cercando quello giusto per commentare questo dentro-fuori, questo falso-vero.
Ma non lo trovo.   



(Regina Coeli o Cinecittà)








lunedì 19 ottobre 2015

Inside Out. Il Film.

Quando le guance gelano
il bimbo torna a casa
e la cena è pronta
(Shiki 1867-1902)



Di solito salto a piè pari le recensioni cinematografiche. Ho le idee chiare, sono i miei saldi pregiudizi che mi fanno scartare o scegliere un film, seguire il lavoro di questo o di quel regista.
Ma sull'ultimo cartone Inside Out  circola un tale corale entusiasmo che non ho potuto non leggiucchiare i vari osanna qua e là (clicca). E ho deciso che sì, poteva fare il caso mio, e che avrei potuto risolvere un sabato pomeriggio in compagnia di Marti, la mia nipotina undicenne.
Popcorn di ordinanza, baci di felicità improvvisa al primo fotogramma e infine, entrambe, "dentro" il film.

Marti sembrava "presa"; osservavo la sua espressione, tipica di tutti i bambini al cinema, che definirei tra l'estasi e l'abbiocco. 
In suo onore mi ero messa su una faccia di partecipazione massima (anche come mimica) tutta risatine, ammiccamenti e molti gomitini. 
I personaggi della Pixar che sfilavano sullo schermo potevano solo essere fieri di me.
Ma finito il film, decantati suoni e colori e salite in macchina, vedo Marti più in preda a "Tristezza" che a "Gioia". (Per chi ha visto il film è facile capire, per chi non l'ha visto "Tristezza" è una delle cinque emozioni personificate) 
Anzi no. Non di "Tristezza", Marti era più preda di "Malinconia", che nel film non c'era, ma in quel nostro momento di vita vera c'era sì, eccome.  
"Ti è piaciuto?" le chiedo, con la mia faccetta regalatami direttamente da "Apprensione" (altro personaggio scartato ai provini).
"Così così" risponde guardando all'insù.
La osservo. Una testona di capelli, le unghie delle mani con lo smalto nero mangiucchiato, i leggings infilati nelle scarpe preferite. 
Mi sembra guidata da "Cautela" che con "Pazienza", "Saggezza" e "Fattelapassare" sono le emozioni tipiche di un bambino figlio di genitori separati. Anche "Cautela", "Pazienza", "Saggezza" e "Fattelapassare" non sono state scritturate dalla Pixar.  
Marti conosce bene la sensazione di non voler dispiacere e non creare casini mai e a nessuno, Marti è per cercare una qualsiasi via d'uscita che non dispiaccia ad anima viva. 
Il film a Marti era piaciuto solo "così così".
E come mai?

Forse perché "Inside Out" non tiene conto del pubblico che in maggioranza è fatto di bambini figli di separati, ad esempio. Di bambini che conoscono "Gioia" anche se vivono solo con una mamma che si smazza la quotidianità o solo con un papà che si arrabatta. 
Un film che non considera chi la conosce benissimo (sempre "Gioia") anche se figlio di coppie omosessuali, o vive con un genitore vedovo, o con i nonni. O che ne so. 

Ma un'idea un po' più contemporanea quelli della Pixar non potevano pensarsela? 

Bastava una piccola allusione di felicità possibile altrove e non solo in seno alla famiglia classica. 
Bastava un personaggio, anche secondario. Un appiglio gommoso e simpatico, sbrilluccicante come tutti gli altri, a cui appendersi per dondolare un po'. Un cena pronta preparata anche da un nuovo papà, poteva starci in questo benedetto "Inside Out"!

E così anche in questa favola, ambientata pure a San Francisco - che beffa! -, la famiglia è quella del nostrano, vecchio, cigolante mulinobianco. I conti tornano, l'orologio è sempre a cucù, il papà guarda la partita e mami bacia papi tirando su il piedino mentre cucina una cosa buonissima.

Metto in moto. Marti ed io mettiamo su la stessa faccetta all'unisono: "Famepazza". 
Sarà la zia a preparare la cena stasera. Alla faccia delle faccette!


(Happy end!)

   
     

venerdì 16 ottobre 2015

Mai di venerdì

Notte di ghiaccio.
Tengo stretta al cuore
l'aspirazione alla Buddhità
(Kawabata Bosha 1897-1941)





Oggi dedico il mio post a chi si accinge a passare questo fine settimana. 
No, non cascateci, non a tutti. Non lo dedico ai professionisti del weekend fotogenico, quello con le donne sempre sexy e gli uomini che scelgono il ristorante giusto con specialità gastronomiche tutte da postare. E neanche a chi si farà un viaggetto romantico di un paio giorni senza intaccare le ferie o a chi festeggerà qualcosa di bello con il vestito nuovo domani sera. E neanche a chi se lo passerà così come capita (i migliori!).
No. Oggi mi rivolgo a coloro che conoscono da molto vicino l'aspirazione alla Buddhità ovvero a color che lo passeranno in attesa di qualcosa. 
Una risposta, un pacchetto, un pagamento.

Allora. Poche cose ho imparato dall'esperienza, e di poche cose ho, come si dice, fatto tesoro. Questa la condivido subito con voi. E' facile facile. Banale banale. Scema scema, ma...
Ma se non aspirate alla Buddhità, come il povero Bosha esperto fin da piccolo in meditazione forse per fuggire alla sua vita aspra, e se non volete passare una notte di ghiaccio occhi sbarrati e pancia tra gli spasmi da nervosismo... non fate nulla di giovedì o, peggio ancora, di venerdì! Fermi, zitti, immobili.
Non fissate appuntamenti con medici o avvocati, ad esempio. Peggio ancora, non fate analisi (i giorni per la risposta saranno due in più). Non spedite pacchi urgenti, non traslocate. Non muovete paglia! Rimandate, pacificamente e con fare molto inglese, tutto all'inizio della settimana, a uno di quei bei "lunedì della prossima", a quei bei prologhi di "giorni utili" carichi di opportune e salvifiche alternative. 
Ripeto: lunedì, martedì e mercoledì via libera. Giovedì semaforo giallo. Venerdì uguale notti di ghiaccio inutili. Odiose, angosciose, tutte in più su quelle che già ci spettano. Se poi volete aspirare alla Buddhità, oggi è venerdì. Fate pure.

E se, tra coloro che leggono, c'è qualcuno nella cui testa rimbomba solo la frase "quarantottore lavorative", e che se ne starà abbracciato al cuscino, che non avrà voglia di fare nulla e aspetta solo che passi questo lungo fine settimana, sappia che lo capisco. E tanto. E che il suo weekend è stato anche il mio. 




(uscita dal tunnel)





giovedì 15 ottobre 2015

Bianco puro

Tante forme d'amore -
tutti i fili del desiderio
iniziano nel bianco puro
(Yosa Buson 1716-1784)




L'anagrafe di un piccolo paese francese ha dovuto, per volere del giudice, modificare l'atto di nascita di un individuo di 64 anni classificandolo "né uomo né donna". Nella casella apposita relativa al sesso, una terza possibilità: neutro (la notizia QUI).
Sesso neutro. Bianco puro.
Il mio pensiero va al mito greco dell'ermafrodito che si è risvegliato nel piccolo paese di Tours imbarazzando qualche impiegato. E va al mistero del sesso e del desiderio e alle tante forme d'amore. E alla tensione di qualsiasi individuo nella ricerca di se stesso e della sua metà (per tornare al mito greco). 
Proteggere, rispettare e tutelare.

Il nodo delle unioni civili va sciolto senza sotterfugi.
Mai si era arrivati così avanti nella discussione per temi così importanti e "civili" come lo ius soli, finalmente divenuto legge (notizia qui) ma le unioni civili restano "terra di nessuno" ancora per qualche mese. 
Per quanto? Non si è mica capito.
  
(Ore 8.00. Coppia di fatto)