giovedì 14 settembre 2017

Stupro consenziente


Vieni, entra e coglimi, saggiami, provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami
Accelera... rallenta... disorientami.

Cuocimi bollimi addentami... covami.
Poi fondimi e confondimi... spaventami...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami... ardimi bruciami infiammami.

Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami...
dissociami divorami... comprovami.

Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra... riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
(da Medicamenta di Patrizia Valduga)


Mi fermo sulla parola "consenziente". Gergo da ufficio, da verbale con grammatica stentata battuto a macchina nei commissariati, ma che suggella un dubbio: ma ti pensi così fico?
Tale da far gridare a chiunque si imbatta nella tua irresistibile persona, magari dopo essere scampata a una difficoltà, magari rientrando a casa di notte mezzo ubriaca: Vieni, entra e coglimi, saggiami, provami... comprimimi discioglimi tormentami... infiammami programmami rinnovami. Accelera... rallenta... disorientami. ?
Vorrei proprio vederlo in faccia, questo carabiniere di Firenze così fascinoso e seduttivo, ammaliante come una divinità greca.


(Uccello di guardia)






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