giovedì 6 luglio 2017

Un attimo


Il sogno segreto
dei corvi di Orvieto
è mettere a morte
i corvi di Orte.


Mi capita ogni volta quando, dal treno, tornando verso Roma, verso casa, vedo Orvieto. 
Dura un attimo, anzi, con l'alta velocità, anche meno. 
Un battito di ciglia e sto lì, a Orvieto; pochi frame tutti mentali e ho una bella casa di campagna, di quelle con l'orto e la distesa di girasoli, le tende che si gonfiano per il vento estivo alle finestre. Le mura della mia casa-di-un-attimo sono belle spesse, è una casa vecchia e quindi molto fresca, era forse dei miei nonni, sul retro ha l'orto e la quercia. La sera ci si mangia, lì sotto l'albero, basta apparecchiare la tavola. Qualche olivo? Sì, sì. E anche il vino, da regalare a qualcuno, se lo vuole. 
Nella casa-di-un-attimo, lo vedo sempre quando ci passo con il treno, sopra una mensola, c'è un vaso di fiori freschi, basta solo coglierli in giardino, grappoletti di rose campagnole, non quelle del fioraio. E' un vaso di  vetro blu. Nell'armadio vestiti leggeri o belli caldi per quando il caminetto-di-un-attimo sarà acceso. 
Dura un attimo la mia casa-di-un-attimo. Il tempo di un treno in corsa, della filastrocca. 
Un attimo di pura felicità.

(dal treno)





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