martedì 28 marzo 2017

Dalla Russia con amore


Ho smesso di sorridere,
le labbra sono gelate,
ad una sola speranza
segue più di una canzone.
Senza colpa cederò il canto
al riso e alla profanazione,
ché al colmo del dolore
per l’anima è il silenzio
d’amore
("Ho smesso di sorridere" di Anna Achmatova


Il dolore di questi versi della grande poetessa russa accusata dal regime sovietico di essere troppo lirica, e quindi troppo poco politica, mi sembrano l'epigrafe giusta a quello che sta accadendo in queste ore. 
Quale saranno le conseguenze dopo la manifestazione di domenica (Leggi QUI) lo stiamo capendo a suon di minacce e con l'arresto di Alexei Navalny, il più grande oppositore, in vita, - sto pensando alla Politkovskaja, non posso farne a meno - di Putin.
Poi c'è un effetto più allargato che si espande come piccoli cerchi concentrici sull'opinione pubblica russa, a un tratto scrollata dal torpore di ricchezza e paura. 
Infine, l'eco arriva fino a noi qui.
Che dobbiamo sorbirci il Salvini-pensiero sulla questione, il suo frasario e il suo incondizionato appoggio al "leader democratico" e alla sua politica economica mono-tassa (QUI).
Ho smesso di sorridere.

(Manifestazione)







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