Il clima è mite a Izu
passo la notte in un campo
suono d'onde.
(Santōka 1882-1940)
Ognuno di noi ha un luogo, un posto dove sta bene anche se non risponde ai canoni instagram di spiagge bianche, coralli alle caviglie, goccioline su scollature, capelli al vento e ukulele. Ognuno di noi ha una Izu dal clima mite nel cuore, nei ricordi, magari non particolarmente fotogenica ma ugualmente bellissima.
Passo il mio Ferragosto a Barcola, il lungomare di Trieste, che non ha insenature nascoste o calette instagram da postare, e i corpi in costume che la abitano non sono proprio da calendario.
È un posto comodo, popolare e raggiungibile. Una sfilata di muscoli, cosce più o meno toniche e tette di ogni età. L'acqua è pulita - la recessione siderurgica ha i suoi lati positivi - e chi la frequenta la sente sua.
I "topolini", i micro stabilimenti pubblici serviti di bagni, docce, spogliatoi e solarium, sono un gioiello di architettura sociale. Sagomati e aerei, sui loro solidi pilotis che affondano in acqua, offrono un ristoro socialista irrinunciabile.
Tutto a pochi metri dalla zuccherosa Piazza dell'Unità.
Barcola la si abita popolandola con l'intera famiglia; la si arreda con lettini, sedili e ombrelloni (sono ammessi anche quelli per la pioggia); la si ritrova ogni giorno auto-assegnandosi il posto, sempre quello; la si percorre su e giù per la passeggiata postprandiale lungo i tre chilometri di mare. Le discesine con il corrimano permettono un bagno comodo, dagli scogli ci si può tuffare e sentirsi in Grecia o in Croazia.
Barcola che si può raggiungere in pausa pranzo tirando fuori, al volo, costume e asciugamano.
Barcola come l'Onu dove si parlano tutte le lingue del mondo.
Io? Sbircio titoli di libri e i rebus delle settimane enigmistiche, ascolto chiacchiere, spio i baci degli adolescenti e i grugni delle vecchie coppie, mi beo della bellezza dei corpi anche stagionati, invidio la naturalezza dei vecchi, annuso i lattanti. Tutto da ferma. Tutto mi sfila davanti.
Sul pranzo menzione speciale. Alle 13 scocca l'ora X: le carte da gioco sui tavolinetti scompaiono in fretta, le tovagliette sventolano, le borse frigo si liberano dai ganci, i coperchi tupperware schioccano.
Il clima è mite a Izu.
Buon Ferragosto!
suono d'onde.
(Santōka 1882-1940)
Ognuno di noi ha un luogo, un posto dove sta bene anche se non risponde ai canoni instagram di spiagge bianche, coralli alle caviglie, goccioline su scollature, capelli al vento e ukulele. Ognuno di noi ha una Izu dal clima mite nel cuore, nei ricordi, magari non particolarmente fotogenica ma ugualmente bellissima.
Passo il mio Ferragosto a Barcola, il lungomare di Trieste, che non ha insenature nascoste o calette instagram da postare, e i corpi in costume che la abitano non sono proprio da calendario.
È un posto comodo, popolare e raggiungibile. Una sfilata di muscoli, cosce più o meno toniche e tette di ogni età. L'acqua è pulita - la recessione siderurgica ha i suoi lati positivi - e chi la frequenta la sente sua.
I "topolini", i micro stabilimenti pubblici serviti di bagni, docce, spogliatoi e solarium, sono un gioiello di architettura sociale. Sagomati e aerei, sui loro solidi pilotis che affondano in acqua, offrono un ristoro socialista irrinunciabile.
Tutto a pochi metri dalla zuccherosa Piazza dell'Unità.
Barcola la si abita popolandola con l'intera famiglia; la si arreda con lettini, sedili e ombrelloni (sono ammessi anche quelli per la pioggia); la si ritrova ogni giorno auto-assegnandosi il posto, sempre quello; la si percorre su e giù per la passeggiata postprandiale lungo i tre chilometri di mare. Le discesine con il corrimano permettono un bagno comodo, dagli scogli ci si può tuffare e sentirsi in Grecia o in Croazia.
Barcola che si può raggiungere in pausa pranzo tirando fuori, al volo, costume e asciugamano.
Barcola come l'Onu dove si parlano tutte le lingue del mondo.
Io? Sbircio titoli di libri e i rebus delle settimane enigmistiche, ascolto chiacchiere, spio i baci degli adolescenti e i grugni delle vecchie coppie, mi beo della bellezza dei corpi anche stagionati, invidio la naturalezza dei vecchi, annuso i lattanti. Tutto da ferma. Tutto mi sfila davanti.
Sul pranzo menzione speciale. Alle 13 scocca l'ora X: le carte da gioco sui tavolinetti scompaiono in fretta, le tovagliette sventolano, le borse frigo si liberano dai ganci, i coperchi tupperware schioccano.
Il clima è mite a Izu.
Buon Ferragosto!
(Ferragosto a "Izu") |
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