mercoledì 2 settembre 2015

Riflessioni islandesi

I riflessi
nell'acqua -
è un viaggiatore
(Santoka 1882-1940)



Ma guarda un po' se l'Europa in cui credo deve stare così lontano da qui! 
Evviva i dodicimila cittadini islandesi che considerano i rifugiati come "risorse umane, esperienza e capacità" e che hanno risposto all'appello on line della professoressa Eyglo Bjorgvinsdottir (notizia QUI) chiedendo al loro Governo, sì l'hanno proprio chiesto, di poter ospitare personalmente i rifugiati siriani. Personalmente. Che bella parola che invita alla conoscenza, alla fisicità, allo scambio! E la cosa ancora più bella è che nell'appello i rifugiati sono visti come potenzialmente inseriti nella società, come i prossimi lavoratori, i prossimi migliori amici, le prossime anime gemelle. Ed è proprio questo riconoscersi come esseri umani che mi ha dato una tale carica positiva che posso quasi (ho detto "quasi") sorridere a un leghista. Perché, checché ne pensino, quest'esodo epocale ci riguarda tutti. E non rimane che guardare avanti e insieme. E anche pensarsi, un giorno, amici o innamorati.

E se qualcuno mi dice "Sono pochi, è facile per gli islandesi!" gli risponderei, sempre con un sorriso zen degno di Santoka, di ricordarsi la crisi economica devastante che hanno subito tra il 2008 e il 2011 e che saranno pochi, sì, ma anche aperti e lungimiranti nel non arroccarsi.

Evviva l'Islanda che vede lontano e che in comune con la ricca Gran Bretagna ha solo il blu, il rosso e il bianco sulla bandiera e niente altro! 


(Possibilità)


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