mercoledì 21 gennaio 2015

Smarrimento

Verserò lacrime
sui germogli
che ho posato sul ceppo
(Nakamura Kusatao 1901-1983)




Domenica pomeriggio ho visto un vecchio film di Abdellatif Kechiche. Vi ricordate Cous Cous? E La Venere Nera? E il meraviglioso La vita di Adele che nel 2013 si è aggiudicato la Palma d'Oro? Ecco. Sono tutti di Kechiche (clicca qui), regista nato a Tunisi e naturalizzato francese, sensibile osservatore della nostra società anche attraverso gli sguardi degli adoloscenti. Una specie di Truffaut? Anche, forse...  

Insomma, domenica metto su il mio dvd e guardo per la prima volta La schivata, film del 2003, ambientato in una banlieue qualsiasi di Parigi dove un gruppetto di ragazzini deve mettere in scena una commedia per la recita scolastica. Lydia, Krimo, Magalie, Fathi, Frida, Nanou, Rachid sono i nomi di questi amici, amici del "muretto" per capirci ancora meglio. Il loro linguaggio è di slang e parolacce. Sono francesi e immigrati, alcuni hanno genitori o fratelli in galera e parlano con la durezza della periferia. Arrivano alla fine della storia litigando e accapigliandosi, tra soprusi e abbracci. 
E allora? Mi chiederete, perché smarrimento?
Perché alla fine della storia, di quella storia, ci arrivano insieme. E la religione, i credo vari, non c'entravano nulla, o meglio non interferivano mai nelle loro vicende. Facevano parte delle identità di ognuno, spiegavano gli approcci diversi a questa o a quella questione, ma non c'entravano nulla. Tutto qui. 
E questo bel film, visto adesso, illumina l'occasione persa di un dialogo che avevamo a portata di mano, e la valanga di tempo che ci vorrà per ricostruire un contatto proficuo tra "noi" e "loro". Nel film esisteva solo il "noi", i problemi erano comuni e si affrontavano insieme. Una dozzina di anni fa. 
E continuo a pensare che quella di quei quindicenni, di quei Fathi o Krimo, è la generazione dei venticinquenni che oggi si rifugiano nel neo integralismo religioso (anche occidentale) o nelle fila di estremismi terroristici e allora mi chiedo: che cosa è andato storto? E soprattutto, quanto abbiamo sbagliato? 
Era tutto così possibile e così a portata di mano solo una dozzina di anni fa. 
Difficile, duro, ma possibile. 
Ora solo germogli su cui versare lacrime. Ecco lo smarrimento.


(Sincretismo romano. Via Casilina Tor Pignattara)

Nessun commento:

Posta un commento