mercoledì 14 gennaio 2015

Akutagawa

Il mio naso che cola
solo sulla punta
l'ultima luce della sera
(Akutagawa 1892-1927)




Questo strano haiku che ride di se stesso viene anche classificato come uno jisei ovvero quella poesia giapponese "ultima" con la quale il poeta saluta la vita. Il sarcastico, tenebroso, decadente Akutagawa sceglie uno haiku come jisei prima di suicidarsi e lo sceglie bello irridente. L'ultima presa in giro è per il suo naso gocciolante.

Leggendolo a una settimana esatta dai fatti di Charly Hebdo il pensiero può andare ai vignettisti, a quanto una vignetta possa essere irridente eccetera eccetera.
Ma sconfino anche io, tralascio tutto questo e plano sull'aspetto ridicolo di questa connessione continua, forzata e un po' passiva (ma inevitabile) alle notizie che si accavallano e rimescolano una con l'altra.

Non è ridicolo il senso di saturazione che ormai impedisce la memoria storica? Non fanno ridere i carlifrecceri intervistati sull'islam che si autocelebrano parlando di un loro programma televisivo anni ottanta? E le battute su twitter, in cui sono incappata, una diceva: "avvistata gente con la matita in mano al funerale di Pino Daniele"? E i giornalisti che intervistano musulmani fuori alla moschea e chiedono se sono d'accordo con l'Isis, non sono da scompisciarsi? E l'Isis che gira spot alla Spielberg? E non fa forse ridere a crepapelle anche Anonymus, leader virtuale dell'associazione mondiale di hacker, che dovrebbe tranquillizzarci perchè tutelerebbe il web, ma si veste da jocker e ha la voce da cartone animato?
Ho proprio il "naso che cola" dalle risate. Piango dalle risate.


(Riso. Di vari tipi)
































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