lunedì 22 dicembre 2014

Tetro-Natale

Mi tornano in mente
un bambino che gattona
e i dolci di riso avvolti nel bambù.
(Akutagawa 1892-1927)







A proposito di negozi vuoti, "mi tornano in mente" quei Nataloni gaudenti, zuccherosi e profumati come una fetta di panettone. Le luminarie, i regali sotto l'albero, i cori festosi delle casse dei commercianti. E vi ricordate le file? Quelle belle file chilometriche al reparto gastronomia del negozio più opulento della città? Quei trionfi di salmoni, quei tacchini rimpinzati di prugne e castagne, le colature di salse iridescenti su montagnole di tartufi, i cotechini rampanti, bottiglie lucenti e infiocchettate. Vetrine che avrebbero fatto impallidire Arcimboldo. "Magari un pochino di questo?" "Aggiungo un paio d'etti, signora?" "Ma sì, è Natale!". Follie  natalizie. Concentriamoci. Così ce le ricordiamo...

Oggi, invece, dolcetto di riso del grande Akutagawa, colui che Murakami Haruki colloca tra i più importanti scrittori di riferimento nel suo ideale olimpo letterario. Forse il più doloroso e "contemporaneo" poeta di haiku, Akutagawa, amaro e poco consolatorio, dall'immaginario decadente e fortemente sarcastico. 

Va così, questo Natale.

Un po' tetro. Come una canzone degli Abba fuori un ufficio postale romano il 20 dicembre.
Mamma mia!






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